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PROCESSIONI STORICHE MENDRISIOMori sì, mori no

13.02.24 - 09:30
Nadir Sutter, Semplice cittadino di Mendrisio
Archivio Ti Press
Fonte Nadir Sutter
Mori sì, mori no
Nadir Sutter, Semplice cittadino di Mendrisio

MENDRISIO - La recente polemica a proposito della decisione della Fondazione Processioni storiche Mendrisio di non permettere di scurire i volti dei figuranti dalla pelle chiara, ha suscitato parecchie perplessità, proteste vivaci e pochissime approvazioni. Arrivare alla ricostruzione di preconcetti andando a pescare termini quali “Blackface” mai sentito prima d’ora a Mendrisio e risalente a un termine nato tra i campi di cotone degli Stati della Confederazione sudista americana, vuol dire aver perso totalmente il senso dell’orizzonte e del celebre “Hony soit qui mal y pense”, il che vuol dire, in senso lato: Non esiste alcuna intenzione offensiva, verso nessuno, da parte di chi si tinge la faccia di nero per interpretare un moro in occasione delle processioni di Mendrisio. Si vergogni chi pensa il contrario. O qualcuno ha mai visto uno schiavo “Blackface” nei campi di coltivazione di tabacco sulla Campagna Adorna? Slittiamo verso l’assurdo.

Guidato da queste considerazioni, mi rivolgo al Lodevole Municipio chiedendo che il più presto possibile, in occasione di una prossima votazione/elezione, nel materiale di voto venga inserito un foglio con la seguente domanda: Volete che per le processioni storiche di Mendrisio, si conservi la tradizione dei mori così come è conosciuta fino ad ora (Sì) oppure no?

Il Municipio prenda atto del risultato e, nel caso la maggioranza dei cittadini dica Sì, si impegni presso la Fondazione Processioni storiche affinché questa tradizione sia mantenuta così come la conosciamo. Nel 1784 le processioni storiche di Mendrisio esistevano già. Nello stesso anno W.A. Mozart componeva “Alla turca”, nessun turco si è mai sentito offeso. Dovremmo non più vedere “Otello, il moro di Venezia” di W. Shakespeare se a interpretare il ruolo di Otello ci fosse un bianco con il viso scurito con il colore da teatro? Il titolo del “Simon Boccanegra”, di G. Verdi, per non urtare qualche sensibilità di qualsiasi genere, dovrà essere cambiato in “Simon Bocca di Rosa”?

Mi auguro che si torni al più presto al buon senso

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