Le associazioni attive sul territorio che si occupano di accoglienza e integrazione condannano lo striscione comparso sul castello.
BELLINZONA - A nome delle organizzazioni Associazione DaRe-Diritto a Restare, Associazione Franca, Centro culturale imam Ali, Tamil Youth Organisation e Associazione Antera attive sul territorio e che si occupano di accoglienza, integrazione e convivenza degli stranieri, deploriamo il messaggio ignobile riportato sullo striscione esposto al castello di Bellinzona, con la scritta «migranti a casa».
Riteniamo che questi gesti anonimi siano meschini e di nessuna utilità. La migrazione è sempre esistita e sempre più esisterà.
Il diritto di accogliere chi fugge dal proprio paese è un dovere ed una norma di legge valida per chiunque, quindi anche per noi svizzeri e ticinesi che ben conosciamo questa realtà per averla fortemente vissuta nel secolo scorso.
Il riconoscimento della loro presenza è una grande opportunità per il nostro paese: la retorica basata su "l'invasione di stranieri" e sulla loro occupazione lavorativa, è stata contraddetta dalla realtà a partire dal primo dopoguerra, dove migliaia di italiani, portoghesi ed altre nazionalità, hanno contribuito in modo preponderante al nostro attuale benessere economico.
Siamo un paese che sta invecchiando, con molti anziani e con molte strutture adibite alla loro cura: già ora molte strutture non potrebbero funzionare senza il supporto di personale proveniente dall'estero.
Molte delle nostre aziende a conduzione famigliare fanno fatica a sopravvivere oppure stanno purtroppo chiudendo sotto la pressione di grandi multinazionali.
La difesa del nostro territorio richiede competenze e mano d'opera sia nell'ambito dell'agricoltura, che in quello della pastorizia.
Questi sono solo alcuni degli esempi dove le conoscenze e l'esperienza dei migranti possono portare un plus valore al nostro territorio, senza dimenticare tutta una serie di altri ambiti che spaziano dall'ingegneria agli scienziati, dai medici agli infermieri senza dimenticare tutta una serie di professioni tecnico-manuali che col tempo potrebbero sparire, quali la sartoria, la panetteria, ecc,ecc.
«Migranti a casa» pure significa che ogni persona non autoctona dovrebbe andarsene: in Ticino ciò significherebbe che italiani, tedeschi, francesi, ecc, dovrebbero abbandonare la Svizzera, visto che la migrazione non è solo quella à la carte e che si riferisce a quella che proviene «dai barconi».
L'integrazione a cui tutti noi auspichiamo, non è rivolta solo ai migranti ma a tutte le fasce sociali più deboli: si tratta di un lavoro di coesione sociale, avente lo scopo di avere e lasciare ai nostri figli e nipoti una società più giusta e moderna.