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L'OSPITERiguardo le mozioni Ghisolfi sul fumo passivo

07.03.19 - 12:00
Alberto Polli, presidente Associazione Svizzera Non-fumatori
Tipress (archivio)
Riguardo le mozioni Ghisolfi sul fumo passivo
Alberto Polli, presidente Associazione Svizzera Non-fumatori

Negli anni Novanta se i fumatori fossero stati capaci (non solo in Ticino ma in tutto il mondo) di non fumare al ristorante durante i pasti e di rispettare i commensali non-fumatori, non sarebbe stata necessaria una normativa scritta che poteva apparire come un divieto e che invece era solo una regola per i fumatori refrattari alla comprensione del fastidio e del danno che arrecavano agli altri.

Oggi per fortuna nessuno osa più mettere in dubbio la nocività del fumo passivo (fino a qualche anno fa si metteva in dubbio anche la nocività di quello attivo) e l'ASN non può che condividere gli intenti delle mozioni tese a proteggere la maggior parte della popolazione dal fumo passivo.

Queste proposte mettono in evidenza il fatto di distinguere lo spazio pubblico dallo spazio privato. Il parco giochi e le pensiline (fermate dei mezzi pubblici) non sono spazi privati anche se sono all'aperto, sono spazi pubblici. Infatti sono frequentati da tutti, senza distinzione di età, genere e colore della pelle. Oltre al danno fisico c'è anche il disgusto e il malvezzo dei mozziconi disseminati ovunque che, se non raccolti, impiegano un paio di anni per essere degradati.  Non si tratta di vietare ma di "normalizzare" un'abitudine che ogni fumatore di buon senso dovrebbe interiorizzare.

Non si invochi questa volta il pretesto della libertà o dei troppi "divieti". Le regole ci vogliono eccome. È un bel dire “la libertà” ma si sa che nessuno sa regolarsi da solo, bisogna che qualcuno gli dia delle regole. Calza a pennello l’esempio delle regole che concernono la caccia e la pesca: se non ci fossero regolamentazioni per i periodi, i giorni, le tipologie delle prede, gli orari, i pesi e le misure, ecc. cacciatori e pescatori andrebbero a pescare e cacciare in qualsiasi momento dell’anno, con le armi che più aggradano loro e caccerebbero qualsiasi animale senza distinzione, di qualsiasi peso e misura. Quindi ci vuole una regolamentazione. Un secondo esempio è quello dei parcheggi per i disabili. L’utente della strada capisce che non deve posteggiare in quegli spazi solo se riceve una sanzione.... perché? perché l’uomo tendenzialmente se ne frega di sé e degli altri e oggi più di ieri vi è un qualunquismo precoce e profondo che degrada i rapporti sociali. Quindi le regole ci vogliono, sono necessarie. Poi se si chiamano “divieti” o “normative” o “regolamentazioni” poco importa. Il concetto è sempre uguale. Ci vogliono le regole per vivere con rispetto nella nostra società.

I parchi gioco sono dei luoghi sensibili e sono luoghi pubblici quindi devono valere le regole di quando ci si trova in pubblico. Così per le soste dei mezzi pubblici. Sotto una pensilina ci si sente rispondere: “se ti dà fastidio il fumo spostati di una decina di metri e il fumo non lo sentirai più”. Eh no, non ci siamo! Ritorniamo al rispetto che se non funziona bisogna farlo funzionare.

Per gli esercizi pubblici basterebbe fare una norma (ma bisogna farla e non lasciare l'iniziatica al singolo esercente) che ogni ristoratore debba mettere un posacenere fisso o amovibile ad almeno 4 metri di distanza dalla porta principale d'entrata. È noto e logico che i fumatori stazionano nelle vicinanze del posacenere e il problema sarebbe risolto anche dal punto di vista dei mozziconi gettati sul sedime antistante. È altrettanto noto che la presenza del posacenere autorizza a fumare. L'ASN auspica che i fumatori siano più rispettosi dei commensali non-fumatori anche sulle terrazze e giardini esterni al locale. Se non lo saranno bisognerà sollecitare una normativa in tal senso, tavoli, fasce orarie o altri accorgimenti per fare in modo che il fumo passivo non sia dannoso e fastidioso a chi non vuole sorbirlo involontariamente (Art. 52 della Legga sanitaria) inserisci nota.

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