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L'OSPITENon giochiamo con il futuro dei nostri giovani

14.09.18 - 09:28
Diego Baratti, vicepresidente Giovani UDC Ticino
Ti Press
Non giochiamo con il futuro dei nostri giovani
Diego Baratti, vicepresidente Giovani UDC Ticino

Il mondo è bello perché diverso, dicevano neanche troppo tempo fa i miei maestri quando frequentavo le scuole elementari. Oggi invece sembra che il Dipartimento dell’Educazione abbia deciso di puntare su un’altra posizione, completamente opposta rispetto a quella che veniva insegnata a me a scuola. Nella riforma Bertoliana della scuola infatti si legge di abolizione di note, abolizione dei livelli e ancora unificazione delle classi e nessuna menzione ad una media di entrata per entrare alle scuole superiori.

L’obbiettivo di tutto ciò? Rendere tutti uguali, rendere gli studenti competenti alla stessa maniera. Se con il vecchio sistema avevamo una scuola, che secondo il pensiero liberale/conservatore permetteva a tutti di avere le stesse basi, offrendo a tutti le stesse opportunità di partenza, oggi invece si punta ad avere gli stessi punti di arrivo. Ma come? Il mondo non era mica bello perché diverso? A quanto pare oggi la cosa non vale più, e con la Riforma di Bertoli si vanno quindi ad eliminare le differenze tra gli allievi. Differenze non di intelligenza, ma di potenzialità! Infatti colui che più fatica in matematica e italiano magari sarà quello nella classe che se ne intende di motori, ma dobbiamo quindi ostacolare i suoi compagni più competenti in matematica e italiano portandoli al livello di colui che di motori sa tutto? No di certo, eppure votando SI alla Scuola Che Verrà si introdurrà proprio questo, a svantaggio di coloro che sono interessati ad una formazione accademica di tipo universitaria, che saranno quindi confrontanti con ulteriori problemi quando dovranno studiare, oltre a quello già non poco evidente della lingua.

Da giovane universitario vi invito dunque a non giocare con il futuro dei giovani, ed a votare NO il prossimo 25 settembre alla Scuola Che Verrà. D’altronde si è già visto il fallimento di modelli che puntavano agli stessi punti di arrivo (vedi comunismo)…

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