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L'OSPITEIl signor Nekkaz sostiene i simboli dell'integralismo islamico

10.12.15 - 15:50
Giorgio Ghiringhelli
tipress
Il signor Nekkaz sostiene i simboli dell'integralismo islamico
Giorgio Ghiringhelli

In relazione alla “pagliacciata islamista” svoltasi stamane a Locarno, sto leggendo alcuni articoli apparsi sui blog e mi sembra che i giornalisti abbiano perso il loro senso critico.

Questo signore che dice di essere un umanista voltairiano e si  dà arie da moderato,  sostiene in realtà i simboli dell’integralismo islamico in Europa tanto cari a quelli dell’ISIS senza preoccuparsi dello stato di sottomissione in cui vivono milioni di donne nel Paesi musulmani. Umanista a senso unico?

Ma è mai possibile che questo signore, in nome della libertà di espressione, possa impunemente e pubblicamente promettere risarcimenti a chi infrange la legge in un Paese che fra l’altro non è il suo, senza che nessun giornalista e nessun politico si chieda se per caso non stia commettendo un reato di incitamento a delinquere 

Qualcuno vorrà scrivere che questo signore si sta prendendo gioco di un’iniziativa votata dal Popolo, ratificata dal Parlamento nazionale e approvata dal Gran Consiglio?

E perché la procura pubblica non apre d’ufficio un’inchiesta come fece con Giuliano Bignasca quando questi sul Mattino promise una taglia a chi gli portava un radar e venne condannato nel 2008 a pagare una multa di 6'000 franchi per incitamento a commettere un reato?  Non era libertà di espressione, quella?

Pongo pubblicamente una domanda ai vostri lettori: se per caso qualche “interessante intellettuale”  promettesse di pagare le multe inflitte agli automobilisti che passano con il rosso o superano i limiti di velocità nell’abitato, ciò sarebbe un reato oppure rientrerebbe nei limiti della libertà di espressione?

La legge appena votata dal Gran Consiglio non contiene una norma che era stata proposta dagli iniziativisti e la cui utilità appare ora evidente alla luce della presa per i fondelli messa in atto dal signor Nekkaz: e cioè quella di prevedere la possibilità, in caso di recidiva, di obbligare le donne multate a seguire dei corsi di integrazione. Forse ciò non potrebbe essere messo in atto per le turiste, ma per le svizzere – come la svizzero-tedesca Nora Illi, che ha dichiarato di voler venire in vacanza in Ticino senza rinunciare al suo niqab  - credo proprio di sì. Per quanto riguarda il livello delle multe, è vero che la Corte europea aveva definito ragionevoli le multe di 150 euri applicate in Francia, ma è ancora da provare che in caso di recidiva e quindi di chiara disobbedienza a una legge votata da un Parlamento non si possa aumentare gradualmente tale multa fino a 10'000 franchi.

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