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STREAMINGAffascinante e letale: ritratto di un manipolatore da manuale

10.04.24 - 06:30
"Ripley", tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, è tra i migliori prodotti seriali mai sfornati da Netflix. Merito di Steven Zaillian
IMAGO / Landmark Media
Affascinante e letale: ritratto di un manipolatore da manuale
"Ripley", tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, è tra i migliori prodotti seriali mai sfornati da Netflix. Merito di Steven Zaillian

SAVOSA - Tom Ripley è un personaggio nato sulla carta ma che sullo schermo (grande o piccolo che sia) ha trovato una dimensione ideale. È lui, frutto della fantasia di Patricia Highsmith, il protagonista di "Ripley", la miniserie Netflix pubblicata lo scorso 4 aprile.

Si è andati sempre a pescare da "ll talento di Mr. Ripley", il bestseller pubblicato nel 1955 dalla scrittrice statunitense (ma che ha vissuto per moltissimi anni in Ticino). Tom Ripley è un piccolo truffatore attivo a New York all'inizio degli anni '60, la cui vita cambia radicalmente quando viene ingaggiato da un ricco armatore allo scopo di convincere il figlio a lasciare l'Italia (e le velleità artistiche) e a tornare a casa.

Una vicenda prediletta dal cinema - Ripley parte così per la Costiera Amalfitana - passando per il Ticino, come attesta il timbro sul passaporto alla stazione ferroviaria San Giovanni di Como - e riesce a stringere un rapporto con il ricco rampollo, Dickie Greenleaf (Johnny Flynn), e la sua fidanzata Marge Sherwood (Dakota Fanning). La missione iniziale viene presto abbandonata e si trasforma in un processo di simbiosi perversa, con Ripley che giorno dopo giorno cerca di trasformarsi in Dickie (del quale sembra essersi innamorato) e di acquisire la sua ricchezza e lo stile di vita senza legami.

La vicenda, come detto, è stata riproposta più volte al cinema e in tv. La prima l'anno seguente alla pubblicazione del romanzo, ma decisamente più celebri sono "Delitto in pieno sole" di René Clement, con Alain Delon nei panni di Ripley, e "Il talento di Mr. Ripley" di Anthony Minghella, con un cast stellare (Matt Damon, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Philip Seymour Hoffman). Senza contare le altre apparizioni cinematografiche tratte dalla saga letteraria ("Il sepolto vivo", "L'amico americano" e così via).

La visione di Zaillian - "Ripley" si estende su otto episodi, tutti sceneggiati e diretti da Steven Zaillian. Il vincitore di un premio Oscar (per la sceneggiatura di un capolavoro come "Schindler's List") riesce a dare grande interesse a una vicenda già ampiamente conosciuta (se non altro per il successo internazionale dell'ottimo film di Minghella). Lo fa mettendo al centro del racconto Ripley, interpretato da un Andrew Scott in un momento artistico formidabile. La scelta stilistica del bianco e nero è azzeccatissima e aiuta lo spettatore a non distogliere l'attenzione dal protagonista, evitando che ci si possa distrarre con le bellezze paesaggistiche e dei capolavori artistici italiani.

Ogni inquadratura non è solo formalmente ineccepibile (il gusto che determina la costruzione delle immagini è spesso sublime), ma è fondamentale per quello che Zaillian vuole raccontare (e come lo vuole fare). "Ripley" gioca tra luce e oscurità, in un modo che non è solo descrizione ma anche metafora, racconto della natura umana, studio psicologico. Fate poi attenzione ai dettagli, che non sono mai lì per caso ma anticipano, illustrano, svelano.

Luce e ombra (del protagonista) - Lo spettatore è guidato in un vortice di inganni, truffe e delitti nei quali spesso si perde la logica degli eventi e ci si lascia trasportare dagli istinti e dai desideri del protagonista, che cerca nella sua amoralità di costruirsi un mondo ideale. Scott, poi, è bravissimo a proiettare sullo schermo - con un lavoro eccellente di sguardi ed espressioni - un Ripley insicuro di sé, a tratti imperscrutabile oppure manifestamente ingenuo, che commette errori dai quali impara e procede per la sua strada, incurante del prezzo (anche umano) dei suoi comportamenti. Un manipolatore da manuale: cupo, spietato ma anche affascinante, a modo suo.

"Ripley" è un prodotto forse non facilissimo da vedere, soprattutto per chi è in cerca di facile evasione. Siamo però alle prese con un lavoro di grandissima qualità, dall'approccio più cinematografico che televisivo (con rimandi alla grande Settima arte che fu). Uno dei migliori prodotti seriali mai realizzati da Netflix.

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