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Se per parlare di neofascismo a tutti ci vuole Zerocalcare

LA RECENSIONESe per parlare di neofascismo a tutti ci vuole Zerocalcare

15.06.23 - 06:30
Il fumettista di Rebibba è tornato su Netflix con una nuova serie e un nuovo disagio
Netflix
Se per parlare di neofascismo a tutti ci vuole Zerocalcare
Il fumettista di Rebibba è tornato su Netflix con una nuova serie e un nuovo disagio

LUGANO - Tra politica e disagio, Zerocalcare sguazza. Con "Questo mondo non mi renderà cattivo", Michele Rech segna un ritorno su Netflix, per citarlo, un po' pericoloso. Perché il fumettista romano mostra senza veli la dura realtà di un neofascismo tollerato dalle autorità e delle richieste di giustizia e accoglienza verso il prossimo che sono invece represse.

Siamo a Roma, più precisamente a "Tor Sta Ceppa". Un vecchio amico di Zero è appena tornato, dopo tanti anni di assenza da un quartiere in cui fatica a ritrovare i propri passi. In quei giorni nel centro di accoglienza per richiedenti asilo della zona è appena arrivato un gruppo di 35 persone e la questione infiamma gli animi. E mette a dura prova anche le amicizie di una vita.

"Questo mondo non mi renderà cattivo" è, se vogliamo, figlia di un disagio già presente, ma forse più adulto, nella prima prova animata di Zerocalcare, "Strappare lungo i bordi". Perché la questione di fondo è sempre la stessa: ci sono degli adulti e hanno tutti dei problemi, dei disagi, dei sogni infranti. Ma non si confrontano. Li tengono stretti nella loro mente, finché non implodono. Ognuno a suo modo. E quando ormai sembra quasi troppo tardi per sistemare le cose.

E in questo l'Armadillo di Zero, è forse l'esempio più azzeccato. Perché è solo con lui che il personaggio principale interagisce e parla apertamente. Vede le sue paure, le sente. Rivede e analizza il suo passato. Ma dimentica che anche le persone che lo circondano esistono allo stesso suo modo, con paure e pensieri bui. E che anche loro vengono messi a dura prova dalla vita. E Zero arriva così a valutare in modo erroneo e anche a dimenticare la realtà che lo circonda.

Se qualcosa nella sostanza è cambiato, se il modo di raccontare di Michele Rech è maturato - molto - rispetto a "Strappare lungo i bordi", resta invariata la sua capacità auto ironica, a volte sprezzante, ma sempre giusta e arguta. Regalando al pubblico una storia sì di fantasia, ma che ha un nesso sempre presente con la realtà - anche la sua stessa, come Zerocalcare.

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