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L'attore ha vissuto momenti di «pura follia» calandosi nei panni del suo nuovo personaggio.
LOS ANGELES - Michael Fassbender è il ninfomane Brandon Sullivan nel suo nuovo film «Shame». Un personaggio difficile da rendere sullo schermo tanto che Fassbender ha temuto ripercussioni nella vita reale. «Non sono sicuro del risultato», ha risposto quando gli hanno chiesto come sia riuscito a gestire le intense emozioni sul set.
«Credo di essere uscito di senno in certi momenti durante le riprese. Ma è tutto ok. Ho una teoria sulla follia: siamo tutti un po’ pazzi. E chi pensa di non esserlo, è più folle di tutti gli altri messi insieme, poiché cerca di reprimere questo aspetto della sua personalità».
Fassbender ha dovuto girare numerose scene di nudo in «Shame» ma l’incarico non gli ha recato grossi problemi.
L'attore 34enne ha sempre avuto un aspetto ingannevole e fin da giovane ha deciso di accettarsi senza troppe polemiche.
«Quando sono venuto per la prima volta a Los Angeles in cerca di lavoro avevo 24 anni ma tutti me ne davano almeno 35», ha affermato ridendo al numero di febbraio della rivista Company.
«Il primo agente non voleva credere che fossi così giovane. Dovetti mostrare la patente di guida per convincerla della mia età!
«Oggi ho 34 anni e il mio aspetto è coerente con l’anagrafica.
«Adoro “le linee” che ho sul volto perchè fanno parte della mia storia. Questa ruga per esempio è dovuta ad una ragazza che mi ha spezzato il cuore. Mi piace portare i segni del mio vissuto sul volto».
