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PeopleTRAPIANTI: LANZETTA, IN ITALIA 'NUOVI ARTI' PER BIMBI MALFORMATI TRA QUALCHE ANNO

26.03.07 - 19:50
TRAPIANTI: LANZETTA, IN ITALIA 'NUOVI ARTI' PER BIMBI MALFORMATI TRA QUALCHE ANNO

Roma, 26 mar. (Adnkronos Salute) - I bambini che nascono senza mani, a causa di malformazioni congenite, potranno sperare già nei prossimi anni di essere sottoposti al trapianto dell'arto. Ma anche chi nasce senza una gamba o un braccio potrà avere una vita normale grazie alle nuove possibilità che iniziano a delinearsi sul fronte trapianti. "In Italia questo tipo di intervento è destinato a diventare possibile nel giro di qualche anno", assicura all'ADNKRONOS SALUTE Marco Lanzetta, direttore dell'Istituto italiano di chirurgia della mano all'ospedale San Gerardo di Monza e uno dei pionieri mondiali del trapianto di arti.

Di ritorno dal congresso triennale delle Società mondiali di chirurgia della mano tenutosi a Sydney, Lanzetta riporta due casi di trapianto di braccio e gamba già realizzati su bambini a Kuala Lumpur e Toronto. "In entrambi i casi - spiega l'esperto - l'intervento è stato realizzato su gemelli identici, ovvero omozigoti. In tutte e due le coppie, un gemello era destinato a morire, l'altro a sopravvivere". Da qui la decisione di impiantare gli arti che, a causa di malformazioni congenite, mancavano nei piccoli destinati a sopravvivere. E a distanza di qualche anno "i risultati sono stupefacenti - assicura Lanzetta - entrambi i piccoli, sia il bambino operato a Kuala Lampur nel 2000 che quello sottoposto a intervento a Toronto nel 2003, hanno piena padronanza dell'arto trapiantato". I due interventi, tuttavia, sono stati possibili grazie alla piena compatibilità: il donatore, in entrambi i casi, era un gemello. I bimbi che nascono senza arti a causa di malformazioni congenite, secondo Lanzetta "in aumento", dovrebbero invece essere sottoposti a una terapia immunosoppressiva per tollerare il trapianto. E questo, al momento, resta l'unico ostacolo per realizzare interventi di questo tipo anche in Italia.

Lanzetta, tuttavia, si mostra fiducioso, e stima che da qui a qualche anno quello dei farmaci immunosoppressivi non rappresenterà più un problema. "Le aziende farmaceutiche ci stanno lavorando con impegno - assicura l'esperto - E nel momento in cui queste terapie saranno prive almeno in parte dei possibili effetti collaterali, si spalancherà la possibilità di procedere con trapianti ricostruttivi subito dopo la nascita".

Ovvero già a partire dai primissimi anni di vita, e non più tardi dei 5-6 anni. "Il bambino, infatti - precisa Lanzetta - intorno a questa età ha già sviluppato la propria immagine corporea e difficilmente potrebbe riacquisire la funzionalità dell'arto trapiantato". Ecco perché interventi di questo tipo non sono immaginabili in persone adulte nate con queste malformazioni. Nè in bambini più in là con gli anni. "Nei primissimi anni di vita, invece - precisa il direttore dell'Istituto italiano di chirurgia della mano - l’integrazione di una parte anatomica importante come la mano o un braccio avviene molto più velocemente, e il cervello, che è maggiormente plastico, si adatta al trapianto nell'arco di 12-24 mesi". Tanto che "i piccoli finiranno per sentire l'arto trapiantato completamente proprio, e di certo non ricorderanno l'intervento subito per assicurarsi una vita normale".

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