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ITALIAPerché Mara Venier non sembra più essere la zia d'Italia

19.02.24 - 09:30
La conduttrice di "Domenica In" ha riacceso la polemica sul sostegno a Israele affermando in apertura di puntata «qui si può dire tutto»
Imago
Perché Mara Venier non sembra più essere la zia d'Italia
La conduttrice di "Domenica In" ha riacceso la polemica sul sostegno a Israele affermando in apertura di puntata «qui si può dire tutto»

ROMA - Dopo una settimana di sit-in davanti agli studi Rai in diverse città italiane e dopo aver bloccato i commenti in ragione delle numerose critiche dovute al comunicato sul conflitto nella Striscia di Gaza letto a "Domenica In" la scorsa settimana, Mara Venier non sembra avere iniziato nel migliore dei modi la puntata di ieri, 18 febbraio. Gli account della presentatrice sono infatti stati travolti nuovamente dai commenti, anche nei post più vecchi, e su internet i meme si sprecano.

Riavvolgiamo il filo. Nel corso della puntata dell'11 febbraio erano stati ospiti allo speciale Sanremo di Mara Venier diversi artisti in direttissima dal Festival appena conclusosi. Tra questi c'erano Dargen D'Amico e Ghali.

Il primo era stato interrotto mentre veniva intervistato da alcuni giornalisti sul tema della migrazione, che aveva portato alla kermesse sanremese con il brano "Onda Alta", dedicato «a mia cugina Marta, che ora studia a Malta. Non tutti i bambini hanno questa fortuna nel Mediterraneo, ci sono bambini sotto le bombe, senza cibo e acqua. Il nostro silenzio è corresponsabilità, la storia e Dio non accettano la scena muta. Cessate il fuoco». A seguito dell'interruzione Venier avrebbe chiesto ai giornalisti di non metterla «in imbarazzo».

Il secondo, invece, era stato chiamato a reagire alle accuse dell'ambasciatore israeliano di sfruttare il palco a scopi politici in quanto durante il festival aveva affermato il suo sostegno alle vittime di Gaza dicendo "Stop al genocidio". Interrogato nuovamente sulla questione, Ghali aveva quindi riaffermato la sua opinione sottolineando che «qui si ha paura di dire "viva la pace"».

Ora, nei minuti seguenti, Mara Venier aveva ricevuto dall'Amministratore delegato Roberto Sergio un comunicato da leggere in diretta «in merito a un'affermazione su Israele e Palestina fatta da un artista durante il Festival di Sanremo». In questi si legge: «Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta».

Finito di leggerlo, Venier aveva aggiunto che fossero parole «che ovviamente condividiamo tutti». Un "tutti" e un "ovviamente" che non sono piaciuti non solo agli spettatori e agli internauti - e che si sono scatenati sui social -, ma da cui diversi dipendenti Rai hanno tenuto a scostarsi con una dichiarazione arrivata poi nel corso della settimana: «Contestiamo l'utilizzo dei canali aziendali per trasmettere in forma di comunicati sia le idee personali dell'Amministratore delegato che le sue vicinanze politiche o umane, volendo escludere che con le proprie parole pensasse di farsi portavoce dei valori dell'azienda o peggio, dei suoi dipendenti».

«Crediamo che l'azienda concessionaria del servizio pubblico radiofonico e televisivo italiano debba avere la forza e la dignità di essere indipendente dagli umori di singoli individui, e non pronta a inginocchiarsi alla diplomazia israeliana per poche frasi pronunciate da una manciata di artisti durante il Festival di Sanremo. Frasi che rivendichiamo».

«Nonostante sia condiviso l'orrore davanti alla morte della popolazione civile israeliana, ribadiamo la nostra estraneità alle posizioni del dott. Roberto Sergio, contestiamo con forza l'unilateralità del comunicato, che ha completamente omesso la sproporzione nel conflitto, le sofferenze della popolazione di Gaza e la violenza subita sistematicamente dai palestinesi nei territori occupati della Cisgiordiania. Stop al genocidio. Cessate il fuoco ora».

Alle critiche rivolte dai dipendenti, ai sit-in e alle minacce indirizzate all'Ad Rai e alla sua famiglia, il Ministro dell'Interno italiano aveva risposto assegnando una scorta a Roberto Sergio. Da parte sua, in una lunga intervista al Corriere della Sera, Mara Venier aveva invece affermato di aver fatto il suo lavoro in qualità di salariata Rai e che l'interruzione di Dargen era dovuta al fatto che «eravamo in ritardo». Da cui anche «l'imbarazzo». Poi, infine, ieri è ritornata sulla questione - riaccendendo gli animi - dicendo in apertura di puntata «qui si può dire tutto». Ridendo.

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