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FESTIVAL DI SANREMOAutotune a Sanremo, è “doping” vocale? Ce lo spiega l'esperto

09.02.24 - 06:30
Sul palco dell'Ariston lo usano in diversi, chi per stile (e chi per necessità). Ma come funziona? Le parole di Roberto Colombo
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Sangiovanni sul palco dell'Ariston
Sangiovanni sul palco dell'Ariston
Autotune a Sanremo, è “doping” vocale? Ce lo spiega l'esperto
Sul palco dell'Ariston lo usano in diversi, chi per stile (e chi per necessità). Ma come funziona? Le parole di Roberto Colombo

Elemento ormai inscindibile dalla musica contemporanea, l'Autotune - ovvero l'imbellettatore vocale utilizzato per stile, o per necessità - è presente anche in diversi brani cantati all'Ariston.

"Aiutino" o scelta stilistica? Il confine è breve, e anche gli esperti (e i professionisti) sono divisi a riguardo.

Per tentare di capirci qualcosa in più ne abbiamo parlato con Roberto Colombo degli Heaven Recording Studios di Massagno.

Potresti spiegare molto semplicemente che cos'è l'autotune?

Autotune è un software che permette di migliorare l'intonazione della voce o degli strumenti musicali correggendone le piccole (o talvolta grandi) stonature. Può essere usato sia in fase di mixaggio della canzone (dopo che il cantante ha registrato) sia in tempo reale (concerti live).

Il parametro principale che lo caratterizza è la scelta della velocità di correzione dell'intonazione (in gergo “retune speed”) che determina quanto velocemente l’intonazione della voce viene corretta: più questo parametro è alto e più “lentamente” Autotune correggerà la nota, più il parametro è basso e più “velocemente” verrà fatta questa correzione rendendo la voce “robotica” e conseguentemente molto innaturale, ma che oggi piace tanto ed è necessaria per alcuni generi,

Autotune è stato creato nella seconda metà degli anni ’90 e le cronache raccontano che durante la fase di mixaggio della canzone “Believe” di Cher del 1998 il fonico/produttore abbia calcato un po’ troppo la “mano” utilizzando (probabilmente per errore) una velocità di correzione molto alta creando il classico “gradino” tra una nota e l’altra e il conseguente effetto robotico sulla meravigliosa voce di Cher, che però evidentemente piacque molto al pubblico. Da allora sempre più produttori hanno iniziato a usare Autotune come strumento stilistico più che correttivo.

Chi lo usa oggigiorno e perché?

Autotune viene usato sia dai produttori in studio durante la produzione delle canzoni sia dai fonici nei concerti live, festival di Sanremo compreso.

Può essere considerato davvero "doping" vocale o è più una scelta espressiva, secondo te?

Dipende come viene usato: se usato con “parsimonia" può essere un aiutino quasi invisibile per migliorare la performance del cantante, il quale però deve già avere una buona intonazione di base per evitare che si senta la correzione (il classico effetto robotico).

Tuttavia ci sono determinati generi (vedi la trap) dove Autotune viene utilizzato massivamente scegliendo un tempo di correzione praticamente istantaneo, di conseguenza la voce risulta innaturalmente intonata.

Nei lavori in studio ti è capitato di usarlo? Come e perché?

In studio lo utilizziamo tutti i giorni. Nelle produzioni elettroniche e trap sono i cantanti stessi e i discografici a chiedere di usarlo pesantemente proprio per rendere la voce tipicamente innaturale che oggi è diventato un must per questi generi. Per quanto riguarda le produzioni pop/rock si utilizza “delicatamente” per correggere le minime sbavature della voce.

Invece nelle produzioni classiche e liriche usare Autotune sarebbe un delitto perché distruggerebbe tutta l’espressività, la naturalezza e la dinamica delle parti cantate.

Piccola osservazione personale: indipendentemente dal genere che si canta, quando si entra in studio per registrare il proprio disco bisognerebbe essere sempre preparati perché nessuna macchina o software sarà mai in grado di sostituire la sensibilità, la capacità ed il gusto di un artista, qualsiasi genere esso faccia.

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