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RABADAN«Il Carnevale? È un salvavita, per certi versi»

07.02.24 - 06:30
Quattro chiacchiere con Dj Dino Brown, che presenterà l'Opening Party di giovedì 8 febbraio
DINO BROWN
«Il Carnevale? È un salvavita, per certi versi»
Quattro chiacchiere con Dj Dino Brown, che presenterà l'Opening Party di giovedì 8 febbraio

BELLINZONA - Giovedì 8 febbraio parte la grande festa del Carnevale Rabadan di Bellinzona. Alle 21 in Piazza Nosetto è in programma la cerimonia di apertura della 161esima edizione, con la tradizionale consegna delle chiavi del Regno. In contemporanea, nel Capannone Eventi prenderà il via l'Opening Party, lo spettacolo di apertura che accompagnerà i presenti - a suon di musica - fino alle ore piccole.

A fare gli onori di casa sarà Dj Dino Brown, che presenterà la serata e sarà protagonista in prima persona di un dj set. Lo abbiamo intervistato.

Cos'è per te il Carnevale?
«È la festa d'inverno, che va a rompere la monotonia dei mesi più freddi. Vengo dalla provincia di Cuneo e nelle mie zone si è sempre festeggiato. Anzi: se in certi paesi non si festeggia, in altri si festeggia anche troppo. Per me il Carnevale è un salvavita, per certi versi. È felicità e allegria, meno male che arriva!».

Ti è capitato spesso di esibirti in questo contesto?
«Ne ho fatti tanti, dalle Marche alla Toscana e alla Puglia. Sempre tra piazze e tendoni. Ma specialmente in Sicilia: lì c'è una grandissima tradizione del Carnevale. Così come in Svizzera. Lo scorso anno sono stato a Roveredo, alla Lingera, e mi è proprio sembrato di capire che è la festa più importante dell'anno».

Arrivi a Bellinzona dopo essere stato "incoronato", in un'intervista sulla stampa, l'«Alessandro Barbero delle discoteche»...
«(ride, ndr) Sì, è stata una cosa simpatica. Ho subito detto al giornalista che non mi sento così in alto come il professor Barbero...».

Il paragone arriva per merito del tuo format, "La storia della dance".
«È un programma radiofonico, una community, uno shop e una festa itinerante. Tante cose messe insieme che raggruppano gli appassionati della dance principalmente degli anni Novanta e Duemila. Poi tratti anche artisti come David Guetta, certo. L'importante è che siano tutte cose che hanno fatto la storia».

Ti accomuna con Barbero, oltre l'essere entrambi piemontesi, il successo che state riscuotendo sui social.
«Le "Pillole di storia" durano un minuto, un minuto e mezzo; non sono mai troppi didascaliche e stanno andando molto bene. Quello che propongo sui sociale lo metto in pratica nei miei dj set, nei quali mescolo trent'anni di musica. Il forma della storia della dance lo propongo una volta al mese al Temus Club di Agno e poi d'estate, all'Agno Open Air».

Cosa proporrai per Rabadan?
«Il set riguarderà prevalentemente la storia della dance. Per me è una festa, più che un dj set: racchiude un sacco di successi su un arco di oltre 20 anni. "Fluttuo" nella scelta dei brani in base alle persone che avrò davanti, all'energia che la serata mi trasmetterà».

Quale pezzo non può mancare in una festa di Carnevale?
«Guarda, a me dà sempre tante soddisfazioni "Ma Cherie" di Dj Antoine, che tra l'altro sarà a Bellinzona sabato. Ma mi verrebbe da dire anche Dario G con "Carnaval de Paris"».

Quali sono gli artisti svizzeri che, secondo uno storico della dance come te, hanno lasciato un'impronta profonda in questa scena musicale e magari abbiamo un po' dimenticato?
«C'è Yves Larock, che è quello di "My Dream Is To Fly". E poi Dj Bobo: negli anni Novanta è stato una vera e propria istituzione, anche al di fuori della Svizzera».

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