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"Saltburn": tanto hype sui social per un film carino, ma non bello

STREAMING"Saltburn": tanto hype sui social per un film carino, ma non bello

09.01.24 - 06:30
Seppur le premesse ci fossero tutte, le troppe scene urlate e un finale estremamente lungo e spiegato rendono elementare un dramma complesso
Amazon Studios
"Saltburn": tanto hype sui social per un film carino, ma non bello
Seppur le premesse ci fossero tutte, le troppe scene urlate e un finale estremamente lungo e spiegato rendono elementare un dramma complesso

Poteva essere molto bello, ma è solo carino. "Saltburn" era particolarmente atteso all'inizio di quest'anno: una promessa da parte degli Amazon Studios per cominciare alla grande il 2024. E in effetti, come si è poi potuto vedere sui social nel corso dell'ultima settimana, il film di Emerald Fennell ha conquistato un certo successo, con video di persone che si divertono a ballare nelle loro enormi case al fine di mostrare lo sfarzo in cui vivono emulando così una scena del film e articoli pieni di considerazioni sul perché i ricchi ballino in casa - come se, tra l'altro, bisognasse possedere 500k per ancheggiare a ritmo in cucina.

Ma partiamo dalla trama. La scena si svolge nella cornice di Oxford, prima, e in quella della villa antica e sfarzosissima di Saltburn, poi. Siamo nel settembre del 2006 e Oliver Quick - e i personaggi che conosceremo successivamente - comincia il suo primo anno all'università. Da subito capiamo che la sua figura è quella che maggiormente sbatte con l'ambientazione: piccolo, introverso, maldestro e con camicia e cravatta, viene inquadrato e bollato come "sfigato" della situazione. La sua condizione comincerà a cambiare quando per un improbabile evento - cit - arriverà a salvare la giornata al ragazzo più popolare della scuola, entrando così a far parte del suo giro e riuscendo, nella seconda parte del film, a trascorrere l'estate a Saltburn.

Raccontata così sembra una tipica teen story, ma c'è molto di più. Appena sotto il velo della trama si scorge qualcosa di estremamente malato. Come un presentimento che tutto ciò che appare non sia reale e che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato. E i dialoghi riescono a sottolineare molto bene queste situazioni di disagio e a tenere alta l'attenzione, con l'acidità di Farleigh, l'insicurezza stentata di Oliver e l'atteggiamento tanto leggero quanto pesante di Felix. Per non dimenticare l'impenetrabile Elspeth - qui interpretata da una magnifica Rosamund Pike.

Le premesse perché fosse un film grandioso c'erano tutte: la regia e la fotografia sono estremamente curate e i dialoghi sono belli e incalzanti. A rovinarlo ci sono una quantità rilevante di scene urlate: "Saltburn" è di lettura facilissima, fin troppo per un dramma tanto complesso. Tanto che seppur diversi momenti siano piuttosto scioccanti, più che l'emozione prende spazio nella testa un "lo sapevo!". C'è inoltre il problema del finale: molto lungo, quasi mezz'ora, e accompagnato da una spiegazione non necessaria che denota da parte di chi produce la presunzione che il pubblico non sia abbastanza intelligente per capire da solo.

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