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LUGANOUn veleno punk che sconvolge tutta la città

29.12.23 - 06:30
La commedia "Margini", disponibile nelle sale ticinesi, fa emergere le contraddizioni di una band di provincia.
Noha Film
Un veleno punk che sconvolge tutta la città
La commedia "Margini", disponibile nelle sale ticinesi, fa emergere le contraddizioni di una band di provincia.

LUGANO - L’occasione di una vita sfumata all'ultimo momento si trasforma nella spinta che permette di raggiungere obiettivi inimmaginabili. Quando il sogno si frantuma in mille pezzi (aprire il concerto dei Defense, una band hardcore punk americana a Bologna) Edoardo, Iacopo e Michele non si lasciano scoraggiare e si rimboccano le maniche. Come? Se i Defense non suoneranno a Bologna, «saremo noi a portarli a Grosseto». 

Una radiografia della vita di provincia - La commedia “Margini”, disponibile da ieri nelle sale ticinesi grazie a Noha Dilm Sagl, mette in scena il contrasto tra il mondo del punk (con le sue regole e i suoi costumi) e le logiche e le abitudini di una cittadina di campagna.

«Diciamo che ci serviva più il punk per raccontare la provincia che la provincia per raccontare il punk», ci hanno raccontato Francesco Turbanti e Niccolò Falsetti ideatori della commedia. «È stato come fare una radiografia. Si inietta un liquido di contrasto per vedere meglio i tessuti. Ci siamo detti, se iniettiamo un po’ di veleno punk nelle vene della provincia in cui siamo cresciuti, forse riusciamo a far emergere le contraddizioni nella maniera più forte possibile».

Punk a Grosseto - Essere una band punk in provincia può sembrare infatti un controsenso. «All’inizio volevamo fare un film sul punk, che vuol dire tutto e niente. Alla fine, è diventato un film sul fatto che noi non siamo stati punk nelle metropoli come New York o Amburgo. Eravamo quattro ragazzi che suonavano a casa in provincia tra vigneti e colline. “Essere punk a Grosseto" è un'espressione che fa sempre un po’ ridere».

Un gruppo di ragazzi ai margini (come ricorda proprio il titolo), ambiziosi e con tanta voglia di emergere. «Dobbiamo, per onestà intellettuale, sempre citare l’origine del titolo. L’abbiamo preso in prestito da una band di amici che ha intitolato una canzone proprio “Ai margini”. La canzone parla di un posto dimenticato che in fin dei conti interessa solamente alle persone che lo vivono, lo attraversano e lo abitano». Il punto di partenza per ragionare sul concetto di margine. «In tutte le storie che si rispettino deve esserci un conflitto e così abbiamo provato a indagare sul conflitto più atavico che si possa trovare in provincia: la relazione tra il centro e la periferia». 

Punti in comune e divergenze - Due mondi che inizialmente sembrano non parlare la stessa lingua, eppure nel corso del film non mancano i punti di contatto. «Mettere alla berlina gli abitanti della nostra città (noi inclusi) era molto semplice». Un'operazione che, secondo i registi, sarebbe stata intrisa di giudizio. «Lo step più difficile è stato riportare i protagonisti a quella dimensione. Far vedere che i protagonisti sono i primi provinciali».

Il vero contrasto emerge nei sogni e nelle prospettive della band. «La divisione sta nel fatto che i ragazzi vedono nella loro città uno spreco di occasioni, uno spreco di possibilità. Lì chiaramente c’è la divergenza radicale, forse inconciliabile. Ma di base c’è una sorta di taratura esistenziale per cui chi vive in quei posti ha un’anima comune. Il personaggio più simile a loro è il patrigno di Eduardo, il personaggio più complicato (e più divertente) da scrivere. Ha un malessere di fondo misto a rabbia, rancore e frustrazione. Poi è chiaro che si incancrenisce in un adulto e diventa tutta quella serie di cose disfunzionali, insopportabili, tipiche dell'adulto contemporaneo».

Un'amicizia messa alla prova - All’interno della stessa band l’amicizia tra i tre ragazzi subisce un’evoluzione intensa. Il legame non si discute eppure la grande sfida che i tre ragazzi inseguono li mette alla prova. «La loro amicizia è stata molto al centro durante le varie stesure di sceneggiatura. Non abbiamo trovato subito la giusta nota per raccontare quel tipo di relazione. Sicuramente partivamo da una nostra esperienza totalizzante per noi. Il gruppo la band, negli anni dell’adolescenza è stata veramente un centro nevralgico dove noi amici siamo diventati fratelli. Ci abbiamo messo un po’ di tempo perché di base gli volevamo troppo bene a questi personaggi e alla loro amicizia. Perché ci rispecchiavamo, erano troppo vicini. Solo grazie all’intervento dello sceneggiatore Tommaso Renzoni, siamo riusciti ad avere il giusto distacco di cui avevamo bisogno. Grazie al suo sguardo esterno, siamo riusciti ad allontanarci dai personaggi, a volergli un po' meno bene ma anche a rispettarli di più».

«I personaggi sono risultati più autentici e siamo riusciti a raccontare un’amicizia che ha delle complessità. Amicizie che si contorcono a seconda dei periodi della vita, si allontanano e si intrecciano. Però rimangono forti allo stesso tempo, soprattutto vissute in provincia. Questa evoluzione è il frutto di tutti questi ragionamenti che siamo riusciti a fare solamente all’ultimo stadio».

In Svizzera il film è in programmazione piena al Lux Art House di Massagno e al Rialto il Cinema di Locarno. Dall’11 gennaio anche a Mendrisio e a fine gennaio anche al cinema Blenio ad Acquarossa. Un passo oltreconfine reso possibile grazie «alla band punk Kina. Ci sono stati vicini anche nei momenti più duri in cui “Margini” piaceva solo a noi», hanno concluso i due registi.

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