Cerca e trova immobili
«Ora capisco il mal d'Africa» Federico Iannaccone è partito alla scoperta della Tanzania. Nel suo ultimo libro "Anime nella polvere" racconta di questa avventura
LUGANO - «La sensazione che si prova a camminare nella Savana è indescrivibile». Sono le parole di Federico Iannaccone, avventuriero, esperto di sopravvivenza in ambienti ostili e appassionato di animali. Ha recentemente intrapreso un viaggio alla scoperta della Tanzania: «Ora capisco che significa avere il mal d'Africa». Nel suo ultimo libro "Anime nella polvere" racconta di questa sua incredibile impresa.
«Volevo fare un viaggio un po' diverso dal solito», ci racconta l'autore. «Non mi piaceva l'idea di sedermi all'interno di una jeep e di aspettare che mi passassero da parte gli animali. Volevo vivere un'avventura». Ha dunque deciso d'intraprendere il viaggio a piedi: «Mi sono spostato di zona in zona, passando la notte in tenda».
Organizzare un viaggio del genere non è stato facile. Ma alla fine è riuscito nell'impresa: «Avevo una guida che si occupava degli spostamenti e altre due che si occupavano della mia sicurezza». In Tanzania è infatti vietato addentrarsi nella savana senza protezione: «Non erano le armi che portavano al collo, quelle risalivano alla Seconda guerra mondiale e servivano solo a tranquillizzarmi». No, l'autore parla di qualcos'altro: «Entrambi sapevano seguire le tracce e assumere il giusto comportamento in caso di attacco».
Ma neanche il più impavido degli avventurieri è immune alla paura: «Mi ha accompagnato lungo tutto il viaggio». Anche se l'attrazione per l'Africa era più forte: «Mi sono sentito assolutamente legato a quella terra e in maniera molto profonda. È una sensazione difficile da descrivere. È come se ci fossi già stato».
Moltissime le soddisfazioni per gli animali avvistati: «Se non ti metti in gioco è difficile entrare "realmente" nel mondo degli animali. Ma farlo ti dà tantissimo». Un episodio in particolare: «Durante un'uscita notturna siamo riusciti ad avvistare un branco di iene intente a sbranare un ippopotamo». Di notte è tutta un'altra cosa perché la paura aumenta notevolmente: «Ti senti completamente impotente. È una sensazione pazzesca».
