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MUSICAPuò un disastro avere un seguito?

25.08.23 - 06:30
I biglietti per la seconda edizione del Fyre Festival sono ufficialmente in vendita. Ma vi ricordate come andò (o non andò) la prima?
Netflix
L'immagine simbolo del fiasco targato Fyre Festival.
L'immagine simbolo del fiasco targato Fyre Festival.
Può un disastro avere un seguito?
I biglietti per la seconda edizione del Fyre Festival sono ufficialmente in vendita. Ma vi ricordate come andò (o non andò) la prima?

La domanda è più che lecita. Può la "più grande festa mai avvenuta" - qualifica professionale che abbiamo liberamente preso in prestito dal titolo della serie di Netflix che le hanno dedicato (ma si potrebbe tranquillamente parlare anche di truffa) - avere un seguito?

Stiamo parlando del Fyre Festival. Ve lo ricordate, vero? Propagandata a suo tempo come l'esperienza del lusso musicale definitiva - che si sarebbe dovuta svolgere nel bel mezzo dell'azzurrissimo paradiso delle Bahamas, nella primavera del 2017 - assunse invece le sembianze di una tragica (e, a posteriori, va detto, comica...) sfida di sopravvivenza. Eppure, stando a quanto annunciato su X da Billy McFarland - l'organizzatore, con il rapper Ja Rule, della prima "non edizione" dell'evento, che gli costò una condanna a sei anni (solo in parte scontati) dietro le sbarre - i biglietti per il "Fyre Festival II" sono ufficialmente in vendita. Incredibile, vero?

Anzi, in prevendita, considerando che gli organizzatori guardano alla fine del prossimo anno. Il cerchio sul calendario sarebbe sul 6 dicembre 2024 (data ancora «soggetta a cambiamenti»), in una non ancora precisata località dei Caraibi. La prima tranche di 100 ticket, quella già disponibile ora, è la più economica: ogni biglietto costa "solo" 499 dollari. Per l'ultima tranche (fino al tagliando numero 777) si arriverà invece a 7'999 dollari l'uno. La promessa, anche a questo giro, è quella di pacchetti che comprendono l'accesso al festival e tutta una serie di esperienze collaterali, che immaginiamo (sulla carta) stellari. Di quale tipo? È un'ottima domanda ma, forse memori dell'esperienza bahamense, McFarland e soci hanno deciso per il momento di non spingersi troppo in profondità nei proclami, limitandosi a elencare i «Fyre Pop-Ups, le esperienze e la Comunità Fyre». Ma chi si esibirà? Anche qui, tutto tace. Insomma, per il momento sembrano esistere solo ed esclusivamente i biglietti. O meglio, la possibilità di acquistarli. Punto e a capo.

Ma torniamo per un attimo al 2017. In quel occasione nell'elenco c'erano villette sulla spiaggia e buffet a cinque stelle. Il viaggio di quei "poveri" - virgolette d'obbligo, considerati i prezzi tutt'altro che popolari di biglietti e pacchetti vip - disgraziati finì invece tra tendine maltrattate dai temporali, materassi fradici e tristissimi sandwich pre-confezionati; proprio come quello al formaggio che, nel giro di un tweet, fu l'epitaffio social di quel disastro. E parlando di social media, è inutile dire che all'appello manca poi anche tutta la passerella di star e influencer vari che prese parte alla campagna di lancio del Fyre originale.

Redenzione o potenziale ricaduta, quindi, per McFarland? Siamo di fronte al più classico affaire à suivre, in cui solo il tempo avrà voce in capitolo. Ma nell'attesa, è utile ricordare che per vivere l'unica esperienza definitiva del Fyre Festival non occorre sborsare grandi bigliettoni. Basta disporre di un semplice abbonamento a Netflix.

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