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I Make Plain tornano con un album che si rivela solo ai concerti

LUGANOI Make Plain tornano con un album che si rivela solo ai concerti

11.07.23 - 06:30
Il duo momò ha ricominciato a calcare i palchi di tutta la Svizzera e anche all'estero con il loro disco "Rust mud dust"
Davide Giordano - Tio/20Minuti
I Make Plain tornano con un album che si rivela solo ai concerti
Il duo momò ha ricominciato a calcare i palchi di tutta la Svizzera e anche all'estero con il loro disco "Rust mud dust"

SAVOSA - I Make Plain sono tornati. Con un album che intendono portare fino in Germania, Austria e Olanda e una scommessa non da poco. "Rust mud dust", questo il nome della loro nuova prova, non è presente integralmente su nessuna piattaforma di ascolto e l'unico modo per conoscere tutti i brani è partecipare a un concerto della band momò. Alle loro serate è anche possibile acquistare l'album per potersi portare a casa un po' di Make Plain. Per saperne un po' di più, abbiamo incontrato Luca e Andrea e improvvisato anche un piccolo concertino.

Si può solo comprare e ascoltare ai concerti, perché?

«Questo è un album che ha alle spalle più di un anno di lavoro e quindi proprio per questo motivo abbiamo pensato a questo concetto. Noi crediamo ancora nell’album e dell’ascolto dall’inizio alla fine. Vivendo di musica, inoltre, viviamo anche di vendite di CD. Cerchiamo quindi di spronare le persone a seguire i live della band, riempire i concerti e tornare a divertirsi in mezzo al pubblico».

Spotify non è utile quindi dal punto di vista dei guadagni?

«Non è una piattaforma utile per i guadagni. Nel senso che al nostro livello con i numeri che facciamo, il guadagno è veramente irrisorio. Si parla di centesimi ad ascolto. Non permette di vivere di musica e di portare avanti un progetto sfruttando solo quello. Sicuramente per le playlist è un ottimo mezzo per far conoscere la propria musica anche fuori dal proprio Paese. La consiglierei quindi a quegli artisti che desiderano farsi conoscere fuori dalla nostra regione, sapendo che appunto il guadagno, soprattutto all’inizio e a meno che non si facciano miliardi di ascolti, non sarà granché».

Riuscite a coinvolgere il pubblico nonostante non conosca, magari, le ultime uscite?

«I singoli possono comunque essere ascoltati su Spotify e sono anche passati in radio. Durante i live puntiamo in particolar modo a sfruttare proprio quei brani per intrattenere il nostro pubblico. Poi è chiaro, non siamo i Rolling Stones. Ci capita spesso di andare in Svizzera interna e di portare brani dei vecchi album, che è comunque possibile che la gente non conosca. Quindi non è un gran problema».

Sarete in tour, anche fuori dalla Svizzera, fino a fine ottobre. Come conciliate vita lavorativa e vita musicale?

Luca: «Lavorando metà tempo, mi ritaglio molto spazio per il progetto musicale. È chiaro che è un tour molto dilatato nei mesi. Suoniamo nei fine settimana e quindi spesso torniamo a casa: ciò quindi ci dà il tempo di svolgere anche altre attività. Nel caso in cui dovessero esserci come in passato dei tour in cui si sta in giro anche 18 giorni o 25 giorni in un solo mese, lì è chiaro che devo chiedere dei permessi e bisogna solo sperare bene».

Andrea: «Ce la facciamo perché entrambi abbiamo un lavoro al 50%, sperando che si incrementi sempre di più la nostra attività come gruppo musicale e si possa vivere solamente di musica».

Abbiamo superato la pandemia ormai da un po'. Per voi personalmente cosa è cambiato?

«Sicuramente il fatto di poter suonare liberamente ai festival. Questa è la prima estate in cui suoniamo ai ritmi quasi originali, quindi pre-pandemia. E questo quindi è il cambiamento più grosso. C’è da dire che comunque durante la pandemia ci siamo mantenuti attivi suonando le serenate sotto ai balconi: un’iniziativa che avevamo chiamato serenate power-folk. Siamo tornati alla normalità si può dire, perché riusciamo a suonare praticamente ogni weekend di questa estate».

E guardando invece al panorama musicale più in generale?

«Sicuramente stiamo notando che cd e dischi vengono venduti molto meno. È stata sì un’evoluzione molto lenta nel tempo, ma è una cosa che ora stiamo proprio toccando con mano. Credo che ci troviamo in un momento di transizione in cui arriveranno delle novità e delle nuove soluzioni per vivere di musica, vendendo anche dei supporti che permettono di ascoltarla».

State riuscendo a conquistare anche le nuove generazioni?

«Guardandosi un po’ in giro è ovvio che la musica che i giovani ascoltano oggi è completamente diversa rispetto a dieci anni fa. Quindi dobbiamo ammettere che il nostro pubblico parte dai 20-25 anni fino agli 80-130. Qualche giovane con dei gusti simili ai nostri lo abbiamo trovato, ma è merce rara».

"Rust mud dust" è anche acquistabile anche presso i City Carburoil

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COMMENTI
 

Debby 9 mesi fa su tio
mitico il nostro duo momó❤️! album bellissimo, ricco di emozioni e puntato sulle loro emozioni di esperienze di vita! io ho acquistato tutto CD, vinile e maglietta, lo consiglio!! bravi ragazzi avanti così, vi auguro solo il meglio!!
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