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Arte, con un messaggio: alla scoperta del mondo di Bubins

CANTONEArte, con un messaggio: alla scoperta del mondo di Bubins

23.02.23 - 06:30
L'artista ci ha ospitato nell'atelier di Lugano, spiegandoci la sua visione e perché predilige il cartone
Davide Giordano Tio/20min
Arte, con un messaggio: alla scoperta del mondo di Bubins
L'artista ci ha ospitato nell'atelier di Lugano, spiegandoci la sua visione e perché predilige il cartone

LUGANO - Ci accoglie nel suo atelier di via Somaini a Lugano: due stanze, la prima di un rigore quasi monacale con alcune opere esposte alle pareti e una vetrata che dà sulla strada - e dove capita che siano organizzati piccoli eventi promozionali; la seconda che «doveva essere in realtà quella dove lavorare, ma poi è diventata essa stessa spazio espositivo». Un ibrido che trabocca di lavori completati, in divenire e di materiali (bombolette spray, tempere e fogli di cartone) destinati a diventare, prima o poi, opere d'arte. 

Lui è Bubins, nome con il quale il giovane artista Gregorio Müller mostra al mondo la sua visione che oscilla tra la pop art e la street art (e il tributo a Banksy è evidente). Il suo microcosmo luganese (ce n'è un altro, ma è a Londra) è decisamente accogliente e non c'è quel timore che, talvolta, capita di avere di fronte a un luogo dove si espongono opere d'arte. «Per me è un complimento» spiega. «È l'effetto che volevo ottenere, poi è ovvio che se avessi avuto a disposizione un luogo più ampio sarebbe stata un'altra cosa... Ma come inizio sono molto soddisfatto».

La filosofia - Ognuna delle opere esposte ha il suo spazio ed è protagonista della narrazione complessiva. «Per me l'arte deve avere un senso ed essere originale, pur sapendo che non c'è più nulla di nuovo e tutto s'ispira a qualcosa che è già stato fatto». Una ricerca dell'unicità, spiega, che lo ha spinto più di una volta ad abbandonare l'idea dopo aver rintracciato online qualcosa di simile, anche se non d'identico. «In più l'arte deve essere gradevole, anche se ovviamente de gustibus...». Per Bubins, infine, l'opera «deve dirti qualcosa». E i messaggi che lanciano i suoi lavori sono assolutamente evidenti. 

Pop, con un messaggio - Tra i soggetti scelti da Bubins ci sono dei riferimenti alla cultura pop immediatamente riconoscibili: Walter White di "Breaking Bad", il cantante e produttore Post Malone (protagonista di uno dei ritratti più notevoli) e così via. «In tutti c'è un misto d'ironia e cinismo, perché questo è il mio carattere». C'è la critica sociale, il portare in luce i paradossi dell'esistenza, la messa alla berlina del consumismo, «da consumatore consapevole» sottolinea. Non manca, in un artista giovane come lui, un monito contro i social. «Sono stati tra i primissimi lavori che ho fatto ed è partito tutto da lì». Nel senso che hanno contribuito ad ampliare la sua scelta di temi, che inizialmente era limitata agli skyline cittadini come patatine del McDonald's oppure ai ritratti di persone famose con gli occhi bianchi. Caratteristica che Bubins spiega così: «Può essere un po' macabro ma è per sottolineare che è sottile la linea che ci separa dall'esserci oggi e dal non esserci più domani».

L'ultima onda - Lo show business e la quotidianità ispirano Bubins, ma anche l'arte più alta. Come "La grande onda di Kanagawa", il capolavoro del pittore giapponese Hokusai conosciuto in tutto il mondo. Rivisto, ovviamente, alla sua maniera. È il suo lavoro più recente: «È frutto di un viaggio in Giappone e mi ha ispirato a lanciare questo messaggio che richiama il cambiamento climatico». Rispetto all'originale, infatti, spunta in un angolo la parte superiore della gigantesca Tokyo Tower che ormai è quasi del tutto sommersa dalle acque. «Quella che arriva è l'ultima onda, quella che la spazzerà via».

Il "Conetto" - Tra le cose belle dell'arte c'è il trasformare un oggetto con una modifica anche minima (o semplicemente cambiandogli location), così da attribuirgli tutto un altro significato. Ed è quello che avviene con il "Conetto", serie di 10 piccoli coni stradali (quelli bianchi e arancioni che conosciamo tutti). È bastato disegnare sopra l'ironica scritta per richiamare un grande classico estivo. «Me li ha portati la mia ragazza dal suo magazzino in ditta. Sono rimasti lì un paio di mesi. Era arrivato giugno, la stagione iniziava a diventare propizia per questa interpretazione» aggiunge con una risata.

La scelta ecosostenibile - Il supporto prediletto di Bubins è il cartone, sul quale applica la vernice spray tramite degli stencil che crea lui stesso. «Essendo un po' sadico, uso normali fogli che sono molto sottili e permettono una definizione maggiore dei dettagli». Il rovescio della medaglia è la loro estrema fragilità e il dover rifarli molto più spesso. «Con l'onda sono diventato matto», confida. Il cartone assorbe bene l'inchiostro, è duraturo e ha un'ottima resa visiva. Ma ci sono anche ragioni ecologiche: «Trovo importante valorizzare ciò che spesso è uno scarto. Prendo elementi e li metto da parte, sicuro che prima o poi avranno anche loro uno scopo».

Londra, ma soprattutto Lugano - Non solo a Lugano si concentra l'attività di Bubins, come già accennato: le sue opere si trovano a Londra, dove «c'è molto più movimento nell'ambiente delle fiere e ci sono tante gallerie, sia quelle "pettinate" dove si ha paura a entrare che quelle dedicate agli artisti emergenti e sui quali si vuole investire». Però Bubins non ha intenzione di abbandonare le rive del Ceresio. «Io voglio restare qui, per questo mantengo un piede sul territorio. Se vuoi che Lugano cambi» e si apra sempre di più all'arte, «devi essere tu il motore del cambiamento». Qualcosa, ha notato, sta in effetti succedendo. «Dopo la crisi finanziaria, quando si è capito che non si può fare solo affidamento sul settore finanziario. Poi con il LAC e il MASI, piano piano le gallerie internazionali hanno iniziato ad aprire in città». Anche Wopart, la fiera internazionale che si svolge a settembre proprio a Lugano, è un momento fondamentale per la scena artistica.

Per scoprire l’universo artistico di Bubins ci sono il suo sito ufficiale e la sua pagina Instagram.

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