Cerca e trova immobili

VIP«Paolo Villaggio cattivissimo, con i suoi scherzi terrorizzava i colleghi»

04.01.23 - 18:00
Dal regista Neri Parenti alcuni retroscena del grande attore scomparso nel 2017
Reuters
«Paolo Villaggio cattivissimo, con i suoi scherzi terrorizzava i colleghi»
Dal regista Neri Parenti alcuni retroscena del grande attore scomparso nel 2017

ROMA - Con Fantozzi, Paolo Villaggio ha creato uno dei personaggi comici più straordinari della storia del cinema italiano, il cittadino medio vittima dei soprusi di colleghi e superiori, protagonista di una società in cui la cattiveria è una dote utile alla sopravvivenza. Quella cattiveria narrata sul grande schermo, Villaggio però amava esercitarla verso amici e colleghi, anche se in maniera più bonaria rispetto ai “cattivi” dei suoi film. Lo racconta il regista Neri Parenti, che intervistato dal Corriere della Sera ha rivelato alcuni retroscena dei film realizzati insieme al grande attore, scomparso nel 2017.

«Paolo era cattivissimo, eppure lo amavano tutti - le parole del regista -. Se scopriva un tuo punto debole eri finito. Gigi (Reder, il leggendario ragionier Filini della saga Fantozzi, ndr) era fifone, aveva paura pure delle mosche, e superstiziosissimo. Se nel copione c’era una scena, che so, di loro due che scendevano da una scala, ci inventavamo che Paolo, dietro di lui, dovesse tenere in mano una lancia o una piccozza. ‘Eh, ma sei poi scivola mi ammazza’, gemeva lui, preoccupato. Una volta lo mandammo a prendere a casa da un carro funebre, sostenendo che in garage era rimasto solo quello. O gli facemmo trovare nel camerino un prete con paramenti e olio per l’estrema unzione». Anche Massimo Boldi fu vittima degli scherzi di Villaggio. «Aveva il terrore di impappinarsi. Prima del debutto al Derby (storico locale milanese, ndr) Paolo gli suggerì di masticare ghiaccio tritato con succo di limone prima di uscire in scena. ‘Vedrai, ti scioglie la lingua’. Invece gliela bloccò».

Tra gli scherzi peggiori, quello del sushi fatto proprio a Boldi e Lino Banfi durante la lavorazione di “Scuola di ladri”. «Villaggio si era appassionato al sushi: invece del cestino, si faceva portare il pranzo da un ristorante giapponese - il racconto di Neri Parenti -. Massimo e Lino, incuriositi, vollero provarlo. ‘Certo, domani lo ordino pure per voi’. Ci trovammo nella sua roulotte. Davanti a quei graziosi bocconcini serviti su minuscoli vassoietti pieghettati, come pasticcini, i due poveretti se li infilarono in bocca con tutta la carta. Stavo per fermarli, Paolo mi prese per un braccio sussurrando: ‘Zitto! Vuoi rovinare uno dei momenti più belli della mia vita?’. E rivolto a loro: ‘Vi piace, cari?’. ‘Insomma…’». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE