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“Uncharted”: un Indiana Bond non si improvvisa così su due piedi

CANTONE“Uncharted”: un Indiana Bond non si improvvisa così su due piedi

17.02.22 - 06:30
L'archeoladro dei games Nathan Drake sbarca al cinema (con il volto di Tom Holland) in modo non proprio spettacolare
Sony Pictures
“Uncharted”: un Indiana Bond non si improvvisa così su due piedi
L'archeoladro dei games Nathan Drake sbarca al cinema (con il volto di Tom Holland) in modo non proprio spettacolare

LUGANO - Cinema e videogiochi, una storia lunga (ormai va per i 30 anni e rotti) e che non ha praticamente mai portato a frutti degni di nota. Vuoi per il taglio sbagliato, per le pessime sceneggiature e - per alcuni versi - l'impossibilità di adattare il mondo e le atmosfere videogiocose al grande schermo. I grandi nomi, tanto delle serie quanto degli eroi (tipo Lara Croft) non bastano.

Uniche soddisfazioni, in questo senso, sono arrivate dalle serie tv (perlopiù grazie a Netflix) con perle come “Arcane”, ”Castlevania” e - per certi versi - anche “The Witcher” (che è tratto da una serie di romanzi ma in realtà deve moltissimo alla sua versione game).

Malgrado questa “maledizione” Sony ha comunque deciso di provare a tradurre in film una delle serie più amate di Playstation, ovvero “Uncharted”. Una saga che, effettivamente, avrebbe tutti gli elementi giusti essendo già un minestrone avventuroso con gli ingredienti più disparati: dai misteri alla “Indiana Jones” passando per l'azione e i cattivoni in puro stile ”James Bond” strizzando sempre e comunque l'occhio al collega e rivale “Tomb Raider”.

La pellicola, diretta da Ruben Fleischer (quello di “Benvenuti a Zombieland” e “Venom”), decide in ogni caso di distaccarsi apertamente dall'idea di fare una traduzione letterale del gioco scegliendo piuttosto un approccio più libero e basato sulle suggestioni. Restano i nomi e alcune situazioni, ma cambiano le facce e buona parte dello svolgimento.

In questo senso il fatto di scegliere Tom Holland come alter-ego del protagonista Nathan Drake - basta una googlata per vedere come i due non abbiano nulla a che fare l'uno con l'altro, a partire dal fisico - può anche avere il suo senso. La sensazione che resta è però che il giovane britannico faccia (ancora) un po' fatica a scrollarsi di dosso il costumino rossoblu da Spider-Man. 

Non aiuta la presenza ingombrante di Mark Whalberg, unico altro nome importante del cast se si esclude un dimenticabilissimo Antonio Banderas nelle vesti dell'antagonista-lampo. Il suo Sully, che del giovane archeoladro dovrebbe essere mentore e spalla, più che accompagnarlo sembra sempre impegnato a rubargli la scena.

Ma tornando alla trama, il dinamico duo di cui sopra sarà impegnato in un'avventura originale - nel senso che non è tratta in alcun modo dai videogiochi - che li vede alle prese con il tesoro di Magellano. Con loro ci sarà anche la nemicamica di sempre Chloe (Sophia Taylor Ali) mentre l'avversario sarà il turpe ed enigmatico Moncada (Banderas).

Ok, detto tutto questo, resta la grande domanda: ma il film funziona? La risposta, anche abbastanza lapidaria, è più no che sì. Da una parte per i problemi legati ai personaggi di cui sopra, dall'altra perché - se ne accorge chi ci si cimenta - costruire un “Indiana Bond” che risulti credibile e divertente non è affatto una passeggiata. Ne sa qualcosa anche Netflix che malgrado i milioni (e milioni) buttati dentro al suo ”Red Notice” (che, dicono loro, è comunque andato benissimo) ne ha tirato fuori una cosa da sbadigliare potentemente.

E un po' soporifero risulta anche, ahimé, questo “Uncharted” che prova a tenere alta l'attenzione dello spettatore con alcune strappate di peso dal videogioco (una su tutte quella, iconica, dell'aereo) ma che non riesce mai davvero a fare presa. 

“Uncharted” sarà nelle sale ticinesi a partire da giovedì 17 febbraio. 

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