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CANTONEAlex Neri: «Oggi la musica è al servizio dei social»

24.07.19 - 06:01
Tra i protagonisti di Roam Festival vedremo anche Alex Neri, produttore, musicista e dj, nonché co-fondatore dei Planet Funk
Alex Neri: «Oggi la musica è al servizio dei social»
Tra i protagonisti di Roam Festival vedremo anche Alex Neri, produttore, musicista e dj, nonché co-fondatore dei Planet Funk

LUGANO - Dietro le consolle fin dalla seconda metà degli anni Ottanta, nel corso dei decenni ha amalgamato suoni, guardando sempre oltre ed elevandosi, di conseguenza, a precursore di sonorità e stili musicali. Oggi è l’artefice di dj set che coniugano alla perfezione le sue produzioni e quanto di meglio offre la scena house contemporanea. 

In attesa di vederlo e sentirlo all’opera a Lugano sabato 27 luglio - dentro uno splendido Boschetto Ciani, dopo i live di Giorgio Poi e dei White Lies - gli abbiamo posto una breve serie di quesiti.

Alex, ti è stato affidato il party di chiusura di Roam: cosa vuoi anticipare a coloro che seguiranno la serata?

«Vista la line-up, vorrei avvicinarmi di più ai Planet Funk che ad Alex Neri... Ma sono anche uno vecchio stampo, nei termini che, una volta giunto sul posto, mi piace capire al momento qual è la cosa migliore… Per cui mi preparerò per entrambe le situazioni…».

Arriverai quindi qualche giorno prima?

«Se riesco a organizzarmi sicuramente. Visto il periodo, però, sarà un po’ difficile».

Come è cambiata la scena in questi ultimi tre decenni per chi si trova dietro la consolle?

«È cambiato il mondo, più che la scena. Non voglio passare per malinconico, perché non è così. Ma per farla breve, oggi la musica, purtroppo, non è più il centro della vita di un adolescente, come lo è stato per noi. Attorno alla musica si sviluppava tutto: dalle amicizie alla cultura. Oggi, per i ragazzi, il centro dell’universo sono i social media. E la musica oggi è al servizio degli stessi. È anche vero, però, che nel frattempo i dj si sono trasformati in superstar, e una volta non lo erano…».

Come vedi l’avvento delle nuove tecnologie nella creazione della musica?

«Ha messo nelle condizioni praticamente chiunque di poter fare il dj… Ho visto Bobo Vieri, ad esempio... Ed è come se io domani decidessi di fare il calciatore… Diciamo che non sono completamente d’accordo con questa linea… E, inevitabilmente, tutto questo ha cambiato quello che è la percezione di un vero dj…».

Al di là del discorso sulle nuove tecnologie, quale consiglio daresti a un giovane dj?

«Di guardare al passato, perché la rete non ha una memoria storica. E quello che fa la differenza è proprio la storia. In pratica, deve capire da dove arriva una determinata sonorità e perché oggi suona così».

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