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REGNO UNITO/NUOVA ZELANDAIl primo (ottimo) singolo da solista di Finn Andrews

03.10.18 - 06:00
Love, What Can I Do? è il primo brano che anticipa On Piece At A Time, disco di esordio in solitaria - in uscita a breve - del songwriter anglo-neozelandese Finn Andrews, mente e anima di The Veils
Il primo (ottimo) singolo da solista di Finn Andrews
Love, What Can I Do? è il primo brano che anticipa On Piece At A Time, disco di esordio in solitaria - in uscita a breve - del songwriter anglo-neozelandese Finn Andrews, mente e anima di The Veils

di Marco Sestito

LONDRA/WELLINGTON – Questo accade a due anni dalla realizzazione di “Total Depravity” (Nettwerk Records, 2016), l’ultimo album - il quinto - del gruppo-madre.

«Per pura coincidenza», il 24 agosto, giorno in cui ha compiuto 35 anni, Andrews ha gettato in rete il primo estratto di un disco su cui ha iniziato a lavorare «a inizio anno», ossia nel periodo in cui, spiega su Facebook, è «fuggito da Londra» per stabilirsi di nuovo in territorio neozelandese.

Una composizione, “Love, What Can I Do?”, registrata in presa diretta, all’interno della quale imprime la malinconia di un amore finito, o forse di un amore rimasto in sospeso, in attesa che qualcosa cambi, in attesa che qualcosa accada.

Voce e pianoforte - fragili, intimi e nel contempo potenti - si vestono, a poco a poco, in crescendo, di arrangiamenti orchestrali ammalianti, portando Andrews a dare alla luce un piccolo capolavoro, che è anche un (altro) genuino frutto dell'attento e percettivo ascolto di Cohen, Cave e Walker.

«Nel momento in cui ho scritto la canzone, già avevo la sensazione che sarebbe stata la prima traccia dell’album... Questo soltanto perché mi piaceva l’accordo di apertura», spiega Andrews nella nota stampa. «Quando mio padre – Barry Andrews (ex-XTC, Shriekback), ndr - passa a trovarmi, mi insegna passaggi particolari, accordi poco comuni... D’altra parte, sono ancora un pianista alle prime armi…», prosegue. «Mi piace l’idea di aprire il disco con una sua creazione…».

«La canzone, per di più, recupera ciò che avrei voluto fare da anni: l'incisione in presa diretta – aggiunge, prima di concludere - In quegli istanti non portavo cuffie... L’intento, del resto, era di avvicinarmi il più possibile a un live set: una modalità di registrazione, attraverso cui, con il gruppo, alla fine, non si è mai fatto nulla…».

 

 

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