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STATI UNITIMoby: «Per capire serve sbagliare»

28.11.16 - 06:00
Moby narra la genesi di “These Systems Are Failing” (Little Idiot/Musikvertrieb), il suo nuovo album, il tredicesimo, dato alle stampe lo scorso 14 ottobre
Moby: «Per capire serve sbagliare»
Moby narra la genesi di “These Systems Are Failing” (Little Idiot/Musikvertrieb), il suo nuovo album, il tredicesimo, dato alle stampe lo scorso 14 ottobre

LOS ANGELES - Nove tracce ammalianti, dodici nell'edizione deluxe, in cui Moby (& The Void Pacific Choir) recupera le sonorità - new wave/post-punk oriented - di cui si è nutrito, di cui si è cibato, nel corso della sua adolescenza. Sonorità che ha custodito gelosamente dentro di sé e che nel tempo hanno sagomato le sue produzioni, celandosi all’interno di esse oppure trasudando, con forza, dai microsolchi - di “Animal Rights” (Mute, 1996), ad esempio - .

Richard, raccontami lo sviluppo del disco...

«Due o tre anni fa ho ripreso ad ascoltare costantemente punk e post-punk… Clash, Killing Joke, Joy Division, per intenderci… Nel contempo, lavoravo a nuove composizioni che, di conseguenza, si alimentavano dei miei ascolti… L’embrione dell’album ha incominciato a prendere forma in quegli istanti...».

Le maggiori influenze confluite nella produzione le collocheresti quindi prevalentemente nei gruppi che hai appena citato?

«No, non solo, nei termini che credo di avere assorbito e analizzato a fondo quanto l’intera scena post-punk concepì e realizzò in quegli anni, tra il 1978 e il 1983...».

“These Systems Are Failing” (“Questi sistemi stanno fallendo”, ndr): a quali sistemi ti riferisci?

«A tutti… I sistemi tramite cui l’umanità si nutre, si governa, si educa… Come trattiamo il pianeta? Utilizziamo gas, petrolio, anche quando abbiamo l’opportunità di sfruttare energie sostenibili… Perché?».

Ne parliamo a pochi giorni dall’elezione di Trump… Stiamo andando nella direzione sbagliata, non credi?

«Sì, ma è proprio di questo che abbiamo bisogno: di andare nella direzione sbagliata per capire… Non fraintendermi, ti spiego con un esempio… Quando un tossicodipendente decide di smettere? Quando ha toccato il fondo ed è riuscito a riaggrapparsi alla vita con le unghie… Con Trump faremo la stessa cosa…».

Moby & The Void Pacific Choir… Chi troviamo nelle fila del combo?

«Nessuno…».

Vuoi spiegarmi meglio?

«The Void Pacific Choir è una citazione di D.H. Lawrence («People in L.A. are content to do nothing and stare at the void pacific»)… Mi piaceva il paradosso, così ho associato la citazione al mio nome…».

Raccontami le registrazioni…

«Ho registrato qui a casa, nel mio home studio...».

La traccia numero 6 è un quesito: “Are You Lost In The World Like Me?”: c’è un posto in cui ti senti meglio?

«Sì, anche se in realtà sono due… Nel mio studio e in mezzo alla natura…».

La Svizzera potrebbe piacerti molto...

«Sono stato in territorio elvetico almeno una quindicina di volte… Zurigo, Ginevra, Losanna… Rimpiango di non essere mai stato in montagna, ma il tempo, quando sei in tour, è veramente poco…».

A proposito di tour… Perché hai deciso di fermarti, almeno in questi termini?

«Un tour può essere divertente, ma non è una situazione creativa… Poi, devo confessarti che incomincio a essere stufo degli hotel e degli aeroporti…».

Sei nato e cresciuto a New York. Da qualche tempo vivi a Los Angeles… Perché questa scelta?

«Amo il caldo, anche in pieno inverno… Los Angeles, inoltre, vive di creatività… New York di finanza… In sintesi, le ragioni sono queste…».

Qual è l’ultimo disco che hai ascoltato?

«Una raccolta di Cat Stevens…».

È anche l’ultimo che hai comprato?

«No, l’ultimo che ho (ri)comprato è “Colossal Youth” (Rough Trade, 1980) degli Young Marble Giants… Lo cercavo da un po’... È uno dei dischi con cui sono cresciuto… La copia che avevo devo averla prestata a qualcuno...».

Quale il supporto?

«Vinile… Se spendo soldi per comprare musica, compro solo questo formato...».

Qual è il tuo ricordo di Bowie?

«David era un mio grande amico… Uscivamo spesso a cena… Ed è stato anche colui che più di tutti mi ha ispirato…».

Qual è il disco di Bowie di cui non puoi fare a meno?

«Difficile rispondere… Tutti…».

Devi sceglierne soltanto uno…

«“Station To Station” (RCA, 1976)... Domani però potrebbe essere “Ziggy” (RCA, 1972)».

Info: moby.com

 

    • “These Systems Are Failing” - Tracklist

 

Standard edition (lp/cd)

1. Hey! Hey!


2. Break.Doubt


3. I Wait For You


4. Don't Leave Me


5. Erupt & Matter


6. Are You Lost In The World Like Me?


7. A Simple Love


8. The Light Is Clear In My Eyes


9. And It Hurts

 

Deluxe edition (cd)

1. Hey! Hey!


2. Break.Doubt


3. I Wait For You


4. Don't Leave Me


5. Erupt & Matter


6. Are You Lost In The World Like Me?


7. A Simple Love


8. The Light Is Clear In My Eyes


9. And It Hurts


10. Almost Loved


11. The Nighttime


12. Dark Star

 

 

 

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