"La persistenza di alti livelli di disoccupazione si è tradotta in un aumento della disoccupazione strutturale in alcuni Paesi, che potrebbe non essere automaticamente riassorbita con il ritorno alla crescita economica - scrive l'Ocse - perché ha portato a una perdita di capitale umano e di motivazione a trovare lavoro, soprattutto per i disoccupati di lungo periodo". Nell'area Ocse, infatti, 16,3 milioni di persone sono senza lavoro da oltre un anno, oltre il 35% dei disoccupati.
Nel 2014 l'Italia è salita dal sesto al quinto posto della classifica dei paesi Ocse con il tasso di disoccupazione più elevato, con un 12,6% che segue il 26,8% della Grecia, il 25,1% della Spagna, il 14,3% del Portogallo e il 13,9% della Slovacchia.
Nella Penisola - indica ancora l'Ocse - la disoccupazione degli under 25 nell'intero 2013 ha toccato quota 40%, quasi il doppio del livello pre-crisi (20,3% nel 2007). La percentuale è leggermente più elevata tra le donne (41,4%) che tra gli uomini (39%).
Il 52,5% dei giovani under 25 italiani ha inoltre un contratto di lavoro precario, riferisce l'Ocse sempre su dati 2013. La percentuale è in lieve calo rispetto al 2012 (52,9%), ma resta nettamente superiore agli anni pre-crisi (42,3% nel 2007) ed è quasi doppia rispetto al 2000 (26,2%).
Nella Penisola, i disoccupati senza lavoro da almeno 12 mesi sono quasi il 57% del totale, con un picco del 61,5% tra gli over 55.
E la disoccupazione continuerà a crescere nel 2014, arrivando a quota 12,9% sull'insieme dell'anno, contro il 12,6% del 2013. Solo nel 2015 scenderà, al 12,2%, stima ancora l'Ocse nel suo Employment outlook.
La percentuale di senza lavoro è quasi raddoppiata rispetto agli anni pre-crisi: nel 2007, il tasso di disoccupazione armonizzato era al 6,1%, nel 2008 al 6,8%.