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ITALIAOpere d'arte contraffatte, denunciati due vicentini

03.03.17 - 13:54
Alcuni quadri non erano ancora stati terminati, mentre altri riportavano la firma di Picasso
Opere d'arte contraffatte, denunciati due vicentini
Alcuni quadri non erano ancora stati terminati, mentre altri riportavano la firma di Picasso

VENEZIA - Un piccolo disegno incorniciato in studio e sui cavalletti tre grandi dipinti ancora da finire: quattro opere false pronte a essere immesse sul mercato 'parallelo' dell'arte con le firme di Pablo Picasso e di Gianfranco Pardi.

È quanto i carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia hanno trovato nell'abitazione di due vicentini, padre e figlio, che sono stati denunciati. Opere che sono finite sotto sequestro come altre 17, falsamente attribuite ad artisti del '900, trovate disseminate tra Veneto e Friuli o in una casa d'aste austriaca, non indagata, pronte per essere vendute come autentiche.

Le indagini avviate nel dicembre scorso dal nucleo tutela patrimonio culturale, sulla base anche di segnalazioni giunte dalle diverse realtà territoriali dei carabinieri e che si sono avvalse anche della collaborazione dell'Interpol e delle Fondazioni di riferimento di alcuni artisti, hanno portato complessivamente alla denuncia di dieci persone a titolo diverso per ricettazione, contraffazione di opere d'arte.

Le persone denunciate di fatto sono risultate non collegate tra loro, ma si muovevano, secondo l'ipotesi emersa dagli accertamenti dei carabinieri, in quel mondo «inquinato e parallelo» delle opere d'arte, non collegato al mercato d'arte certificato, che avrebbe nell'area del Nordest una attività di un certo peso. «Un mondo - come ha sottolineato il comandante del nucleo a Venezia, magg. Christian Costantini - dove il valore del mercato è importante». Nessun gallerista o rappresentante di case d'asta è coinvolto nelle indagini.

Il valore stimato dei dipinti e disegni, qualora commercializzati come autentici, è di circa un milione di euro. Tra le opere contraffatte, in alcuni casi accompagnate anche da false certificazioni di autentica, c'era un dipinto attribuito a Emilio Vedova, due de Chirico, un Sironi, un Guttuso, un piccolo arazzo di Boetti, alcune opere di Biasi.
 
 

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