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STATI UNITIHiv, svelato come il virus fa breccia nel nucleo delle cellule

21.06.16 - 20:00
È il frutto di 30 anni di ricerche
Hiv, svelato come il virus fa breccia nel nucleo delle cellule
È il frutto di 30 anni di ricerche

CHICAGO - Dopo più di 30 anni di ricerche è stato finalmente identificato il meccanismo molecolare che permette al virus Hiv di fare breccia nel nucleo delle cellule del sistema immunitario: la sua arma segreta sta in una proteina, chiamata KIF5B, che viene usata come testa d'ariete per sfondare la membrana del nucleo cellulare.

Lo hanno scoperto i ricercatori della Loyola University di Chicago grazie a uno studio, pubblicato su Plos Pathogens, che apre la strada allo sviluppo di nuovi farmaci per prevenire l'infezione e facilitare il riconoscimento del virus da parte delle difese immunitarie.

«Sarebbe come rendere inespugnabile il caveau di una banca», spiega Edward M. Campbell, professore associato presso il Dipartimento di Microbiologia e Immunologia della Loyola University Chicago Stritch School of Medicine. «Oltre a mettere i soldi al sicuro - precisa l'esperto - aumenterebbe le probabilità di far scattare l'allarme e di prendere i ladri».

Per insinuarsi di soppiatto nel nucleo dove la cellula conserva il materiale genetico, il virus Hiv sfrutta un meccanismo ingegnoso e inedito. Non potendosi infiltrare attraverso i pori troppo stretti della membrana nucleare (che sono il 50% più piccoli rispetto alla sua 'armatura' proteica), il virus si aggancia alla proteina motrice KIF5B, che normalmente viene usata dalla cellula come 'argano' per trasportare materiale dal nucleo verso il citoplasma.

Il virus Hiv è in grado di hackerare questo sistema, inducendolo a 'strappare' via dei pezzi della membrana nucleare (le proteine Nup358) in modo da allargare i pori e aprire una breccia. Una volta penetrato all'interno del nucleo, il virus infetta la cellula immunitaria e la uccide, indebolendo le difese dell'organismo.

Se venissero sviluppati farmaci in grado di bloccare la proteina KIF5B impazzita - spiegano i ricercatori - sarebbe possibile blindare il nucleo della cellula: il virus, chiuso fuori, non riuscirebbe a infettarla e potrebbe essere individuato più facilmente dalle difese immunitarie.

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