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COMUNALI 2024Io ho scelto Lugano

10.04.24 - 11:24
Cristiano Poli Cappelli - Candidato per il CC di Lugano per Costituzione Radicale Lista n. 12
Cristiano Poli Cappelli
Fonte Costituzione Radicale
Io ho scelto Lugano
Cristiano Poli Cappelli - Candidato per il CC di Lugano per Costituzione Radicale Lista n. 12

LUGANO - Quasi dieci anni fa ho scelto Lugano come posto per vivere e per far crescere i miei figli. Ricordo molto bene i miei primi giorni qui: ancora preoccupato visto che provenivo da una realtà caotica, difficile e, per certi versi drammatica come Roma.

Roma, una città di 3 milioni di abitanti, enorme, per alcuni aspetti ingovernabile. Lugano mi appariva perfetta, una città come quelle costruite con i Lego, in cui tutto è a suo posto, in cui gli automobilisti ti fanno cenno cordialmente di passare sulle strisce, in cui il vicino di casa ti saluta mentre corri, in cui i semafori di notte si illuminano di verde al tuo passaggio, in cui tutti sorridono.

Qui a Lugano ho scoperto cosa significhi immergersi nella natura incontaminata delle valli, dei sentieri, dei boschi, ho dormito nelle capanne, ho portato i miei figli sotto le cascate, a fare il bagno nei laghi e nei fiumi vicino casa.

Qui a Lugano ho trovato un posto in cui i miei due figli possono andare a scuola da soli - no, non è scontato per nulla - fare sport, prendere un autobus senza pericoli perché la comunità cittadina sembra fatta a misura di bambino con il suo istinto protettivo.

Qui a Lugano ho trovato umanità, amici, rispetto, internazionalità, arte e un multiculturalismo fatto di persone che parlano tante lingue contemporaneamente, che collaborano, che provengono da tanti di quei Cantoni che fanno della Svizzera qualcosa di unico al mondo.

Oggi il mio bilancio personale è sempre lo stesso: amo questa città ancora di più. Eppure in questo periodo elettorale, Lugano è stata messa a nudo rispetto alle tante criticità sulle quali c’è ancora molto da fare.

Penso ai tanti servizi che sono a disposizione dei cittadini, servizi che non sempre comunicano tra loro quasi a voler mantenere ognuno il proprio “potere” e questo non sempre favorisce le richieste necessarie al cittadino.

Parlando di ragazzi, mi capita spesso, come docente, di intercettare i loro bisogni, le loro lamentele, sicuramente anche legate alle individualità di ognuno, ma trovo sia importante ascoltare il loro pensiero e i loro bisogni.

Come sostiene il recentemente scomparso psicanalista Raymond Cahn, siamo noi adulti che dobbiamo sostenerli in un percorso di “soggettivazione”, un processo che porta all’instaurarsi di un Io autonomo.

Lugano è una città sicura ed efficiente ma è anche una città con tanto, forse troppo controllo: i ragazzi non sempre trovano posti dove andare, locali dove si fa musica dal vivo, punti di incontro “liberi” in cui si possa, nel rispetto delle regole, vivere la propria spensieratezza, con o senza wifi, magari attivando esperienze legate al volontariato che sviluppino il senso civico e di solidarietà.

Il Covid sembra aver accentuato - oggi più che durante l’acme della pandemia - alcuni problemi che covavano sotto la cenere di un benessere economico più o meno generale e sembra aver aumentato il senso di diffidenza.

La politica e le Istituzioni devono riportare l’attenzione alla comunicazione, all’estetica, all’arte, agli strumenti della cultura, della sensibilità, del dialogo, delle relazioni sociali sane.

Lugano deve mirare a essere una città sempre più aperta, solare, interculturale e non una città in cui si ha paura del cambiamento e della diversità; deve diventare una città in cui tornare ad avere fiducia di chi è a fianco a noi, in cui l’integrazione tra i Servizi, i politici e tra le persone è vissuta come arricchimento.

Le esperienze interculturali e le testimonianze di mondi e paesi vicini e lontani da noi possono davvero farci sentire una città internazionale!

Una Lugano sicura, sì, ma non perché ha più polizia e più limiti, ma, al contrario, perché ancor più tollerante, in cui i giovani e, perché no, gli adulti e gli anziani possano esprimersi, sbagliare, sperimentare, crescere in un ambiente aperto, dinamico e, soprattutto, colmo di umanità.

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