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STRISCIA DI GAZAGaza "sul tavolo", Netanyahu e Biden a colloquio

06.05.24 - 15:48
Il presidente statunitense e il premier israeliano si parleranno nella giornata di oggi, mentre a Rafah è in corso una massiccia evacuazione
AFP
Fonte ats
Gaza "sul tavolo", Netanyahu e Biden a colloquio
Il presidente statunitense e il premier israeliano si parleranno nella giornata di oggi, mentre a Rafah è in corso una massiccia evacuazione

l presidente Usa Joe Biden parlerà oggi con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Lo ha detto una fonte Usa al sito Axios.

Intanto, l'Autorità nazionale palestinese ha lanciato un appello agli Stati Uniti perché impediscano un «massacro» a Rafah, dopo che Israele ha annunciato l'avvio a breve dell'operazione militare nel sud della Striscia. «Chiediamo all'amministrazione americana di intervenire immediatamente per prevenire questo massacro e mettiamo in guardia dalle sue pericolose ripercussioni», ha detto la presidenza palestinese in un comunicato.

Anche la Francia si dice «fortemente contraria» all'offensiva israeliana a Rafah e sottolinea che «lo sfollamento forzato di una popolazione civile costituisce un crimine di guerra». È quanto si legge in una nota del ministero degli Esteri di Parigi.

«La Francia ribadisce che è fermamente contraria a un'offensiva israeliana su Rafah, dove più di 1,3 milioni di persone si rifugiano in una situazione di grande disagio».

Frattanto, secondo Hamas, citata da al Jazeera, l'operazione di terra a Rafah non sarà un "picnic" per le forze israeliane. «La nostra coraggiosa resistenza, guidata dalle Brigate al Qassam, è pienamente preparata a difendere il nostro popolo». Lo sostiene Hamas, citato da al Jazeera.

Il gruppo palestinese ha inoltre «lanciato un appello alla comunità internazionale ad agire con urgenza per fermare l'incursione di Israele, che minaccia le vite di centinaia di migliaia di civili», aggiunge l'emittente.

«La sicurezza sulla linea di confine tra Egitto e Striscia di Gaza è stata rinforzata con forze sufficienti, e il valico di Rafah è sicuro e pronto ad affrontare una invasione di Rafah palestinese nelle prossime ore»: lo afferma una fonte di sicurezza di alto livello precisando che «l'Egitto è pienamente preparato all'eventuale invasione».

Una fonte ufficiale nel Governatorato del Nord Sinai ha rivelato che c'è la disponibilità ad accogliere un certo numero di palestinesi in caso di sfollamento forzato verso l'Egitto e ad insediarli temporaneamente in qualsiasi area disponibile nei pressi del confine.

Dal canto loro, i volontari di Action Aid, una delle principali ong umanitarie britanniche, affermano che l'ordine di evacuazione imposto da Israele a Rafah, all'estremo sud della Striscia di Gaza, è destinato ad avere «conseguenze catastrofiche» per i civili palestinesi che vi sono ammassati. I volontari avvertono inoltre - di fronte alla prospettiva di un'azione militare diretta d'Israele in città - che per i rifugiati e la popolazione residente non vi è «alcuna safe zone» residua e sottolineando le responsabilità dei governi occidentali ad alzare la voce contro una tale eventualità.

«Obbligare all'evacuazione oltre un milione di sfollati palestinesi da Rafah, in assenza di zone sicure verso cui destinarli, condurrà a conseguenze ancor più catastrofiche» sul piano umanitario, ha dichiarato una portavoce di Action Aid citata oggi dalla Bbc. In un contesto già segnato «dalle più gravi condizioni di fame, malattie diffuse e caos nella storia recente» per un simile numero di civili, ha aggiunto: rilanciando l'appello alla comunità internazionale, condiviso da altri attivisti, a «impedire ulteriori atrocità» nella Striscia e a considerare «almeno l'invasione di Rafah una linea rossa» davvero invalicabile.

Il governo conservatore britannico di Rishi Sunak pare lavorare in queste ore sotto traccia sulla questione, al fianco degli Usa, dopo aver esplicitamente denunciato come inaccettabile nelle settimane scorse un eventuale attacco su Rafah per bocca del ministro degli Esteri, David Cameron.

Intanto, il movimento sciita filoiraniano libanese Hezbollah ha reso noto di aver lanciato oggi «decine di razzi Katyusha» contro una base israeliana nelle alture siriane del Golan occupate da Israele, come rappresaglia per un attacco israeliano nell'est del Libano.

I combattenti di Hezbollah hanno lanciato «dozzine di razzi Katyusha» contro «il quartier generale della divisione Golan... nella base di Nafah», ha affermato Hezbollah in una nota citata da portale di notizie libanese Naharnet, precisando che l'azione è stata una «risposta all'attacco del nemico contro la regione della Bekaa».

«Aerei da guerra nemici hanno lanciato un attacco intorno all'1:30 di questa mattina contro una fabbrica a Sifri, ferendo tre civili e distruggendo l'edificio», ha scritto in precedenza l'agenzia di stampa nazionale ufficiale del Libano. Sifri si trova nella valle della Bekaa in Libano, vicino alla città di Baalbek, a circa 80 chilometri dalla frontiera Israele-Libano. L'area di Baalbek, nel Libano orientale, è una roccaforte di Hezbollah ed è stata ripetutamente colpita da Israele nelle ultime settimane.

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