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GUERRA IN UCRAINA«Beni russi immobilizzati fino a quando Mosca non pagherà i danni»

24.02.24 - 21:09
Von der Leyen si dice poi sicura che gli europei «hanno capito quanto sia pericoloso Putin».
afp
Fonte ats ans
«Beni russi immobilizzati fino a quando Mosca non pagherà i danni»
Von der Leyen si dice poi sicura che gli europei «hanno capito quanto sia pericoloso Putin».

KIEV - Un messaggio di compattezza al fianco dell'Ucraina, una risposta alla «propaganda russa» sull'Occidente stanco, un impegno a rafforzare le sanzioni contro Mosca e un «omaggio» al «sacrificio» di Alexei Navalny, con la richiesta a Vladimir Putin di «chiarire pienamente le circostanze» della morte dell'oppositore.

Arrivano questi segnali dal G7 che Giorgia Meloni ha voluto guidare da Kiev nella prima riunione della presidenza italiana, perché «questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla».

Con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro canadese Justin Trudeau e quello belga Alexander De Croo, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue, la premier arriva all'alba nella capitale, partecipa alle commemorazioni, poi sigla con Volodymyr Zelensky un accordo sulle garanzie di sicurezza. Quindi, dallo scenario della cattedrale di Santa Sofia, si collega al vertice dei leader. In cui però spicca l'assenza di Emmanuel Macron, sostituito dal suo ministro degli Esteri Stéphane Séjourné.

La motivazione, per fonti dell'Eliseo, è l'impegno «per tutto il giorno» al Salone dell'Agricoltura, con focus sulla crisi dei trattori. Il dubbio di uno sgarbo diplomatico nasce dal combinato disposto fra questo cambio di programma e la convocazione, pochi giorni fa, di una riunione sull'Ucraina a Parigi con «diversi capi di Stato e di governo o ministri».

A Roma si tende a minimizzare, Macron (che ha avuto una telefonata con Joe Biden) avrebbe reso noto in anticipo che non ci sarebbe stato per quell'impegno, «e non potevamo certo spostare il G7». E lo dice durante il summit la stessa premier, mandando i saluti al francese alle prese con una «difficile giornata».

In una Kiev avvolta da una surreale normalità, rotta però dagli allarmi aerei, la giornata è invece dedicata alle cerimonie. I leader prima vanno all'aeroporto Antonov di Hostomel, dove la resistenza ucraina a inizio conflitto respinse il tentativo russo di trasformare lo scalo cargo in una testa di ponte. Poi al muro del ricordo, monumento con migliaia di foto e brevi biografie dei caduti, e le testimonianze. Quindi Zelensky li riceve a Palazzo Mariinskyi, dove con Italia e Canada sigla due accordi per le garanzie di sicurezza.

«Vinceremo! La follia russa non regnerà sulla nostra terra», è sicuro il presidente ucraino che dopo 730 giorni di combattimenti ringrazia gli alleati per il sostegno, ne chiede ancora e conta sul processo di adesione all'Ue in questo semestre: «Sapete molto bene di cosa abbiamo bisogno per proteggere i nostri cieli, rafforzare le nostre truppe a terra, e per continuare ad avere successo in mare. E vi rendete conto che ne abbiamo bisogno in tempo. Contiamo su di voi».

Von der Leyen annuncia a marzo la prima tranche da 4,5 miliardi del fondo da 50 miliardi. E la dichiarazione finale del G7, ribadendo il sostegno alla formula di pace di Zelensky, chiarisce che «i beni sovrani della Russia nelle nostre giurisdizioni rimarranno immobilizzati fino a quando Mosca non pagherà i danni causati all'Ucraina». Garantire risorse e armi non è l'unica sfida per l'Occidente. Va fronteggiata la propaganda russa, spiegano a più voci i leader.

Quella di cui bisogna fare «attenzione a non essere anche noi vittime», dice Meloni, che esorta i leader del G7 a spiegare meglio che l'attuale situazione del conflitto «è la nostra vittoria, una vittoria ucraina, e non una vittoria per la Russia». E a essere più efficaci «nello spiegare come il nostro impegno sia fondamentale non solo per noi, ma per tutti». Il bivio, dice, è fra un futuro basato sul diritto Onu o sul caos. Anche perché, «dopo l'Ucraina Putin guardava ad altri Stati vicini, non solo europei».

Sullo sfondo ci sono anche i tanti appuntamenti elettorali, a partire dalle Europee. E c'è il timore di una guerra ibrida da parte di Mosca. «Gli europei - è sicura von der Leyen - hanno capito quanto sia pericoloso Putin, basta vedere le informazioni sull'omicidio di Navalny».

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