Guterres ha rilanciato il percorso verso un processo di pace: «Il ruolo della comunità internazionale è chiaro»
NEW YORK - Nuovo scontro all'Onu su Gaza, con Israele isolata soprattutto per il rifiuto del premier Benyamin Netanyahu della soluzione a due Stati, sostenuta anche da Usa ed Europa.
«Una fine duratura del conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati. Il rifiuto ai massimi livelli del governo israeliano è inaccettabile e prolungherebbe indefinitamente un conflitto diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali», è il duro monito del segretario generale Antonio Guterres al Consiglio di sicurezza sottolineando che la negazione del diritto alla statualità del popolo palestinese da parte di Tel Aviv rischia di esacerbare la polarizzazione e incoraggiare gli estremisti ovunque.
«Il ruolo della comunità internazionale è chiaro - ha continuato Guterres -. Dobbiamo unirci per sostenere israeliani e palestinesi affinché intraprendano azioni determinate per far avanzare un processo di pace significativo». E rilanciando l'appello per un cessate il fuoco umanitario immediato, ha denunciato che «l'intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente».
Anche gli Stati Uniti sostengono che bisogna «seguire la strada verso uno Stato palestinese». «L'obiettivo è un futuro dove Gaza non sarà più usata come base per il terrorismo, i palestinesi avranno un proprio Stato e Israele potrà vivere in sicurezza», ha detto il sottosegretario di Stato americano per la sicurezza civile, la democrazia e i diritti umani Uzra Zeya, sottolineando che avere «due Stati con la sicurezza di Israele garantita è l'unica via».
«Abbiamo bisogno di uno Stato palestinese», ha affermato da parte sua il nuovo ministro degli esteri francese Stéphane Séjourné, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, sottolineando che Parigi «è amica di Israele così come è amica del popolo palestinese», e avvertendo che il «rischio di un'esplosione regionale è reale».
Ma il sostegno degli Usa allo Stato palestinese non risparmiano loro l'attacco del ministro degli esteri russo Serghei Lavrov. A suo parere gli Usa hanno impedito al Consiglio di Sicurezza di fare passi verso la fine delle violenze, poiché «salvare la vita dei palestinesi non è tra le loro priorità». «Il Consiglio deve trovare una strada verso la creazione di uno Stato palestinese, non solo affermare che deve esistere - ha incalzato Lavrov - e i palestinesi dovrebbero decidere da soli il proprio futuro (...). Penso che sia ciò che i nostri colleghi occidentali chiamano democrazia».
Un duro attacco a Israele è arrivato dal ministro degli esteri palestinese Ryad al-Maliki, secondo il quale «ci sono solo due strade: una che inizia con la libertà palestinese e porta pace e sicurezza nella nostra regione e una che la nega la e porta conflitto e violenza. Il mondo arabo ha scelto la prima, ma Netanyahu vuole prevenire la pace e sicurezza nella regionex.
Moniti a cui l'ambasciatore israeliano ha risposto ribadendo l'opposizione ad un cessate il fuoco: «Ecco cosa succederebbe: Hamas rimarrebbe al potere e Israele dovrebbe affrontare un altro Olocausto. Finché Hamas rimane al potere, davanti a noi c'è un futuro buio».