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CINAIl monito agli Usa: «Nessun compromesso su Taiwan»

10.01.24 - 19:16
I colloqui di Washington non hanno portato a risultati concreti
keystone-sda.ch (Alexander Kubitza)
Il monito agli Usa: «Nessun compromesso su Taiwan»
I colloqui di Washington non hanno portato a risultati concreti

PECHINO - Cina e Stati Uniti restano in netto disaccordo e con diverse visioni su Taiwan, alla vigilia delle cruciali elezioni presidenziali e parlamentari dell'isola in programma sabato.

Durante la due giorni di colloqui sul coordinamento della politica di difesa chiusasi martedì a Washington, la delegazione militare cinese ha escluso ogni ipotesi di compromesso, esortando la controparte americana a smettere di armare Taipei e a opporsi alla sua indipendenza.

I funzionari del Pentagono, invece, hanno replicato che gli Usa sono impegnati nella politica dell'Unica Cina, che richiede al governo americano di assicurare a Taiwan tutti i mezzi per garantire la sua autodifesa.

«Nessuna concessione»

«La Cina non farà alcuna concessione o compromesso sulla questione di Taiwan e chiederà agli Stati Uniti di rispettare il principio dell'Unica Cina», ha affermato la delegazione cinese, secondo una dichiarazione rilasciata mercoledì 10 gennaio dal ministero della Difesa di Pechino.

Il principio dell'Unica Cina, l'oggetto del contendere, afferma che esiste soltanto una Cina e che Taiwan ne fa parte. Ma Washington, in base alla mossa dell'allora segretario di Stato Henry Kissinger per sbloccare i negoziati sulla normalizzazione dei rapporti diplomatici, prese atto nel 1972 - senza approvarla - della posizione secondo cui i cinesi su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan considerano Taipei parte della Cina.

«Gli Stati Uniti devono prendere sul serio le preoccupazioni di Pechino e fare di più per contribuire allo sviluppo delle relazioni tra i due eserciti», ha rincarato la nota.

La posizione Usa

Michael Chase, vice segretario alla Difesa americano per Cina, Taiwan e Mongolia che ha ospitato l'incontro al Pentagono, ha sottolineato l'importanza della pace e della stabilità nello stretto, la principale rotta marittima che separa la Cina continentale dall'isola. E ha affermato che entrambi i Paesi dovrebbero mantenere aperte le linee di comunicazione tra militari per evitare, secondo una nota del Pentagono, che la competizione si trasformi in conflitto.

A partire dall'Indo-Pacifico, dove gli Usa continueranno a operare nel rispetto del diritto internazionale. Mentre la delegazione cinese ha sollecitato gli Stati Uniti a ridurre la propria presenza militare nel mar Cinese meridionale e a smettere di sostenere «singoli Paesi» (ad esempio le Filippine) in quella che Pechino vede come una «violazione dei suoi diritti» e una «provocazione».

Taiwan è la questione più delicata nelle relazioni tra Washington e Pechino, che considera l'isola parte "inalienabile" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario. Gli Stati Uniti, come la gran parte degli altri Paesi, non riconoscono Taipei come Stato indipendente ma si oppongono ai tentativi di cambiare lo status quo con l'uso della forza. «La riunificazione della madrepatria è un'inevitabilità storica», ha rivendicato Xi pochi giorni fa nel discorso di Capodanno.

Intanto il pressing cinese sui "compatrioti", non solo militare, va avanti. A tre giorni dal voto, Pechino ha offerto dettagli sulla "zona modello" di cooperazione attraverso lo Stretto: un'integrazione della provincia del Fujian con le isole frontaliere Matsu e Quemoy, controllate da Taiwan e suo punto più vicino alla terraferma. Le elezioni daranno a Taipei un nuovo presidente, la cui politica plasmerà le relazioni Usa-Cina e quelle tra le due sponde dello Stretto per gli anni a venire.

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COMMENTI
 

tulliusdetritus 3 mesi fa su tio
La vera domanda è: cosa c’entrano gli USA con Taiwan?

medioman 3 mesi fa su tio
Risposta a tulliusdetritus
Dio denaro, chip in cambio di armi

SchwiizEsse 3 mesi fa su tio
Risposta a tulliusdetritus
Chip. Taiwan è la prima al mondo e produce il 60% di chip a livello mondiale e 92% dei più sofisticati al mondo. Senza chip non fai quasi più niente in un mondo tecnologico come il nostro. Per cui hanno l'interesse di non cederla in mano cinese ma tenersela stretta.

Keope1963 3 mesi fa su tio
Risposta a SchwiizEsse
Vero ma vero anche che Taiwan non vuole essere cinese

IsReal 3 mesi fa su tio
Risposta a Keope1963
A qualcuno devono pagare il pizzo altrimenti diventano come la Ucraina o Gaza. O pagano il pizzo agli Usa o lo pagano alla Cina. Comunque devono sempre pagare
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