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REGNO UNITOCorbyn rimonta su May e promette un milione di posti di lavoro

02.06.17 - 19:31
Il leader laburista è parso deciso a sfruttare il trend favorevole dei sondaggi e le difficoltà di lady Theresa
Keystone
Corbyn rimonta su May e promette un milione di posti di lavoro
Il leader laburista è parso deciso a sfruttare il trend favorevole dei sondaggi e le difficoltà di lady Theresa

LONDRA - Sale la temperatura della polemica, ma anche quella delle promesse in Gran Bretagna nello sprint verso il voto dell'8 giugno. E il leader laburista Jeremy Corbyn, in rimonta sulla premier conservatrice Theresa May, si è giocato il jolly, evocando la formula magica del «milione di posti di lavoro» in più.

May ha replicato martellando sull'obiettivo del taglio dell'immigrazione grazie al presunto destino «luminoso« post Brexit del Regno. La premier deve però fare i conti con lo scandalo delle spese elettorali illegali che s'allunga sul suo partito e con le critiche per l'atteggiamento timido imputatole nei riguardi dello strappo di Donald Trump sul clima.

Il leader laburista è parso deciso a sfruttare il trend favorevole dei sondaggi e le difficoltà di lady Theresa. Sa che il sorpasso non c'è ancora stato e forse non ci sarà, ma intravvede un risultato che nessuno si aspettava da lui: la possibilità concreta, se non altro, di limitare la vittoria annunciata dei Tories, tramutandola in una vittoria di Pirro.

È andato così all'attacco a tutto campo, puntando su un programma di rilancio dello stato sociale, di spesa pubblica e di equità fiscale che ha suscitato riserve fra alcuni esperti e spaventato l'establishment, ma che risponde alle domande e ai malesseri di molti sudditi abbandonati a loro stessi in questi anni di austerità.

L'ultima scommessa è sul milione di «buoni posti di lavoro» che il Labour si impegna a creare con una politica di investimenti, laddove mai dovesse davvero riconquistare Downing Street.

L'accento è stato tutto su quell'aggettivo, "buoni", che ha richiamato l'idea di posti non precari in un Paese in cui la ripresa ha portato l'occupazione a livelli record, secondo le cifre ufficiali della macroeconomia, ma spesso incerti e talora sottopagati.

Parlando da York, nel malandato nord dell'Inghilterra, Corbyn ha delineato, in barba a chi lo accusa di voler gonfiare il debito pubblico, il progetto di «una banca nazionale di investimento» in grado di iniettare col tempo nel settore industriale fino a 250 miliardi di sterline.

Idee (o sogni, a seconda dei punti di vista) su cui il Labour potrebbe trovare la sponda degli indipendentisti scozzesi dell'Snp di Nicola Sturgeon. La quale continua a credere che alla fine May riuscirà a strappare una maggioranza ai Comuni.

Frattanto i Tories devono guardarsi, oltre che dai sondaggi, da un'improvvisa sfilza di guai. La tegola di oggi è arrivata da Craig Mackinlay, deputato del collegio di South Thanet, nel Kent, incriminato nell'inchiesta sulle spese elettorali d'oro.

Mentre sulla premier piovono rimbrotti anche per la reazione al voltafaccia americano sull'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Decisione di cui May si è detta «delusa» in una telefonata con Trump, ma sottovoce e senza firmare la lettera di «condanna» con Italia, Francia e Germania. Tanto da attirarsi l'accusa di Corbyn d'aver ormai tradotto la relazione speciale con gli Usa in «sudditanza» al cospetto di "The Donald".

Endorsement del Guardian - Il Guardian si schiera in vista del voto britannico dell'8 giugno con un "endorsement" (una sorta di raccomandazione) senza riserve a favore del Labour e di Jeremy Corbyn, nei confronti del quale pure non erano mancate critiche da parte di alcuni commentatori del giornale progressista negli ultimi mesi.

In un editoriale anticipato oggi nei suoi passi salienti, il Guardian evidenzia come i sondaggi testimonino il ritorno in auge del sistema a due soli partiti nel Regno, con "una scelta secca fra Labour e governo Conservatore". Boccia quindi senz'appello la campagna "negativa" di Theresa May, nonché l'imbarazzante "marcia indietro" sulle proposte programmatiche iniziali Tory in materia d'assistenza sociale.

Al contrario riconosce al rivale d'essere stato "energico ed efficace" e d'aver dato messaggi di novità al Paese. Corbyn, al di là della sua storica militanza nella sinistra radicale, "ha dimostrato che il Partito Laburista può essere all'inizio di qualcosa di grande, non agli ultimi sussulti di qualcosa di piccolo".

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