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ITALIA11'000 dipendenti e un debito di 3 miliardi di euro. Alitalia riparte da qui

06.05.17 - 22:09
Il lavoro dei commissari consiste nel colmare la forbice fra attivo e passivo e ridurre l'onere debitorio
Keystone
11'000 dipendenti e un debito di 3 miliardi di euro. Alitalia riparte da qui
Il lavoro dei commissari consiste nel colmare la forbice fra attivo e passivo e ridurre l'onere debitorio

ROMA - Un passivo da 2,3 miliardi di euro, a fronte di attività per 921 milioni. Un debito di 3 miliardi di euro e 11'000 dipendenti, valori «superiori alle soglie minime di legge».È questo il quadro dettagliato al 28 febbraio scorso nel decreto che commissaria Alitalia e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, da cui ripartono i commissari, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, nominati dallo stesso decreto, che attribuisce a Gubitosi «le funzioni di coordinatore del collegio commissariale».

Da questi numeri riparte il loro lavoro, che sarà principalmente volto a colmare la forbice fra attivo e passivo e ridurre l'onere debitorio. In primo luogo bisognerà lavorare sui risparmi, secondo le linee già dettate da Gubitosi: ovvero eliminare gli extracosti, partendo dai contratti di fornitura per i servizi di manutenzione, rinegoziare i contratti di leasing e quelli di assicurazione contro le variazioni del prezzo del carburante, tornare al precedente sistema di prenotazione e acquisto biglietti.  Una spinta all'attivo potrebbe infatti arrivare dalle vendite di biglietti nella stagione estiva, periodo positivo per il settore aereo, che potrebbe dare maggior valore all'attivo del gruppo, fra flotta, marchio e immobili.

Più delicata la questione sul personale ed il relativo costo. Al momento i commissari non hanno ancora espresso una posizione definita e probabilmente vorranno saggiare il terreno al primo faccia a faccia fissato per mercoledì prossimo. Per ora Gubitosi ha fatto esplicito riferimento a quegli extracosti più volte indicati dai sindacati come nodo principale da sciogliere, prima di passare al vaglio il tema del costo del personale.

Ma molto del lavoro che aspetta i commissari sarà comunque legato ai soldi che sono presenti nelle casse del gruppo. A Fiumicino regna la fiducia sulla possibilità concreta che i 600 milioni del prestito-ponte, se accompagnati dai tagli e dalle mosse giuste, possano bastare per un periodo ben superiore ai previsti sei mesi. Un lasso temporale, questo, fissato per la presentazione del nuovo piano industriale al Ministero dello Sviluppo economico, possibilmente con l'individuazione ben precisa di uno o più partner, ma non per il termine del commissariamento, che può estendersi più a lungo nel tempo.

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