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STATI UNITIUsa: accordo con le banche svizzere

28.01.16 - 10:45
Gli istituti bancari inseriti nella categoria 2 del programma di regolarizzazione fiscale degli Stati Uniti hanno risolto il loro contenzioso con la giustizia americana
Usa: accordo con le banche svizzere
Gli istituti bancari inseriti nella categoria 2 del programma di regolarizzazione fiscale degli Stati Uniti hanno risolto il loro contenzioso con la giustizia americana

WASHINGTON - Tutte le banche svizzere inserite nella categoria 2 del programma di regolarizzazione fiscale degli Stati Uniti hanno risolto il loro contenzioso con la giustizia americana. In totale, hanno pagato più di 1,36 miliardi di dollari (1,38 miliardi di franchi) per sfuggire a un procedimento penale.

In un comunicato diramato ieri il Dipartimento americano di giustizia precisa (DOJ) precisa che hanno sottoscritto un'intesa 80 istituti inseriti nel gruppo in questione, quello riservato alle banche che ritengono di avere fra i loro clienti persone non in regola con il fisco americano. La prima società a muoversi, nel marzo 2015, è stata BSI, che ha anche dovuto versare l'importo più elevato, 211 milioni di dollari. L'ultima, Hyposwiss Privatbank Zürich (azienda nel frattempo integrata dalla Banca cantonale di San Gallo), si è ora accordata per una multa di 49,7 milioni di dollari, ha indicato DOJ.

"Il Dipartimento di Giustizia è impegnato a perseguire in modo aggressivo l'evasione fiscale e il 'Swiss Bank Program' è una componente centrale di questo sforzo", afferma la procuratrice generale (ministra di giustizia negli Usa) Loretta Lynch, citata nella nota. Grazie a quest'iniziativa è stato possibile scoprire chi ha facilitato l'evasione.

"Abbiamo migliorato la nostra capacità di riportare i soldi della tasse negli Usa", ha proseguito Lynch. "Vorrei ringraziare il governo svizzero per la cooperazione mostrata in questo sforzo e confido di poter continuare a lavorare insieme per sradicare la frode e la corruzione ovunque si trovi".

In un comunicato la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) ha preso atto degli ultimi avvenimenti. "La Svizzera si rallegra del fatto che il contenzioso fiscale per le banche sia stato condotto nel rispetto della sovranità e del diritto elvetico. In particolare la trasmissione di dati di clienti non è consentita", ricorda l'autorità. Questa è possibile solo nel quadro di una procedura di assistenza amministrativa.

La SFI spera ora che i procedimenti concernenti le banche di categoria 1, che sono al centro di un'inchiesta penale da parte del DOJ, possano andare avanti ed essere chiusi prossimamente. Come noto questi istituti non hanno potuto auto-denunciarsi perché già indagati: non hanno avuto quindi acceso al programma unilaterale di regolarizzazione deciso dagli Usa.

Ancora in attesa di una soluzione sono fra l'altro Julius Bär, le banche cantonali di Zurigo e Basilea, la filiale ginevrina dell'inglese HSBC nonché banche private come Rahn & Bodmer o Pictet. Hanno per contro già trovato accordi UBS (780 milioni di dollari nel febbraio 2009), Credit Suisse (2,8 miliardi nel maggio 2014) e Bank Leumi (400 milioni nel dicembre 2014).

Il programma di regolarizzazione era stato presentato il 23 agosto 2013 insieme a una dichiarazione comune firmata dai governi di Svizzera e Usa («Joint Statement») in cui Berna e Washington si impegnavano a fare il necessario per archiviare la controversia fiscale che oppone le banche svizzere alle autorità statunitensi.

Per la cronaca, gli Usa hanno previsto altri due gruppi in cui inserire le banche svizzere: la categoria 3, che comprende quegli istituti che ritengono di non avere violato il diritto fiscale statunitense, e la categoria 4, con le società che svolgono solo un'attività locale.

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