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FRANCIAChiusa per sciopero la Tour Eiffel: «È in uno stato di degrado»

20.02.24 - 10:53
I sindacati accusano il comune di cattiva gestione finanziaria del monumento e chiedono più lavori di manutenzione.
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Fonte ATS ANS
Chiusa per sciopero la Tour Eiffel: «È in uno stato di degrado»
I sindacati accusano il comune di cattiva gestione finanziaria del monumento e chiedono più lavori di manutenzione.

PARIGI - Ancora sciopero alla Tour Eiffel di Parigi: la Dama di Ferro tra i monumenti più visitati al mondo è rimasta chiusa per il secondo giorno consecutivo per la protesta dei sindacati CGT e FO che denunciano una cattiva gestione finanziaria del sito da parte del comune di Parigi e invocano lavori di restauro.

Citati dalla France Presse, i sindacalisti spiegano di essere stati ricevuti dalla direzione della Sete (Société d'exploitation de la tour Eiffel) senza ottenere nulla. «Il nostro azionista rifiuta di negoziare. Potrebbe durare ancora diversi giorni, ma spero che si potrà aprire una trattativa. Per oggi, siamo a un punto morto», ha dichiarato ai microfoni di radio RMC, Stéphane Dieu, delegato di CGT, in vista dell'assemblea generale di questo pomeriggio per confermare o meno il proseguimento dello sciopero. Come negli scioperi del dicembre 2023, i lavoratori denunciano, tra l'altro, un modello economico «troppo ambizioso e insostenibile» e criticano la gestione finanziaria del comune.

Secondo CGT e FO, la crisi sanitaria e la chiusura della Tour Eiffel per lavori hanno causato perdite per 130 milioni di euro, rendendo l'attuale modello economico «invivibile». A pochi mesi dalle Olimpiadi di Paris 2024, i sindacati criticano inoltre il rinvio di alcuni cantieri a causa del Covid e lo stato di avanzato degrado della torre, malgrado i lavori di rinnovo in corso. L'edificio riverniciato 14 anni fa, invece dei 7 anni abituali, presenta diversi punti di corrosione visibili a occhio nudo. «È chiaramente in uno stato di degrado. Avvicinandosi sotto alla Torre si vedono tracce di ruggine. Ci sono dipendenti con oltre 30 anni di anzianità che non hanno mai visto una cosa simile», deplora Denis Vavassori, delegato sindacale di CGT, reclamando «un fondo speciale» per far fronte alle «spese colossali che saranno necessarie nei prossimi decenni».

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