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SVEZIACaos al festival eritreo: «Un campo di battaglia»

04.08.23 - 07:37
Scene di guerriglia urbana nella periferia di Stoccolma: 55 feriti e circa 150 persone arrestate
KEYSTONE/EPA/Magnus Lejhall/TT (Magnus Lejhall/TT)
Fonte ats
Caos al festival eritreo: «Un campo di battaglia»
Scene di guerriglia urbana nella periferia di Stoccolma: 55 feriti e circa 150 persone arrestate

STOCCOLMA - Ciò che doveva essere una protesta pacifica si è trasformato ieri in una vera e propria guerriglia urbana a Jarva, una periferia di Stoccolma, durante la prima giornata del "Festival Scandinavo della Cultura Eritrea", che si tiene annualmente dal 1990.

Un gruppo ha ottenuto l'autorizzazione dalla polizia svedese per svolgere una protesta contro gli organizzatori del festival, accusati di aver invitato partecipanti pro-regime eritreo. Verso le 14:30, tra il migliaio di partecipanti alla protesta, che si è tenuta in un'area transennata a 50 metri dal luogo del festival, è scoppiata la violenza con lanci di pietre e scontri. Alcuni hanno descritto la scena come «un campo di battaglia», mentre altri hanno detto di non aver «mai visto così tanti poliziotti».

Il portavoce della polizia di Stoccolma, Daniel Wikdahl, ha ammesso che è stato difficile prevenire i disordini perché «le risorse che avevamo a disposizione si sono dimostrate insufficienti quando la situazione è degenerata» ha dichiarato all'agenzia di stampa svedese Tt. Durante i disordini, dieci automobili e diversi capannoni sono stati incendiati.

Ora la situazione è tornata sotto controllo, ma il bilancio è pesante: ci sono stati 52 feriti tra i partecipanti, di cui 8 gravi, e tre poliziotti. Il numero di persone arrestate si aggira tra le 100 e le 200. L'autostrada E18 è stata chiusa al traffico e i collegamenti di trasporto pubblico nella zona sono stati interrotti.

I manifestanti sono gruppi di dissidenti contro il regime eritreo provenienti da diversi Paesi, oltre a quelli residenti in Svezia. Secondo quanto dichiarato dalla polizia, gli scontri sono stati orchestrati da individui provenienti da altri Paesi: «Eravamo preparati a questo e abbiamo anche impedito ad alcuni l'ingresso nel Paese», ha aggiunto il portavoce Wikdahl, ma non è stato sufficiente.

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