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REGNO UNITOI fantasmi dello scandalo Partygate, non c'è pace per Johnson

24.05.23 - 14:50
Emergono nuove accuse contro l'ex premier britannico. È scontro con Rishi Sunak.
Reuters
Fonte ATS ANS
I fantasmi dello scandalo Partygate, non c'è pace per Johnson
Emergono nuove accuse contro l'ex premier britannico. È scontro con Rishi Sunak.

LONDRA - Monta lo scontro in casa Tory fra l'ex premier Boris Johnson e lo staff dell'attuale capo del governo, Rishi Sunak, dopo i nuovi sospetti su possibili ulteriori violazioni risalenti al periodo giugno 2020-maggio 2021 delle restrizioni Covid all'epoca in vigore - nell'ambito del cosiddetto scandalo Partygate - emersi nelle ultime ore a scoppio ritardato a carico di BoJo.

Le accuse fanno riferimento a incontri finora non noti con amici e collaboratori che l'allora primo ministro - già multato a suo tempo dalla polizia per almeno un altro ritrovo e tuttora sotto inchiesta per presunte bugie dette alla Camera dei Comuni da parte della commissione parlamentare bipartisan per gli Standard - risulta aver avuto sia a Downing Street sia nella residenza governativa di campagna di Chequers.

Secondo i media, sono saltate fuori dalle memorie difensive che lo stesso Johnson aveva condiviso con l'ufficio di gabinetto del premier attuale per ottenere la copertura delle spese legali che sta sostenendo per difendersi dallo scandalo, avendone diritto in quanto ex capo del governo.

Di qui la decisione dello stesso ufficio di gabinetto di trasmettere tutto ai dipartimenti di polizia competenti, che hanno confermato di star adesso indagando per valutare se anche questi episodi possano riflettere violazioni punibili.

Un atto dovuto, stando allo staff di number 10, e che invece un portavoce di Johnson denuncia come frutto di «una montatura ispirata a motivazioni politiche» in seno «al governo», pur senza puntare chiaramente il dito verso il premier e i suoi ministri attuali o verso i funzionari del suo team.

Il portavoce recrimina fra l'altro sul fatto che BoJo non sia stato neppure informato in anticipo e fa sapere che l'ex premier ha scritto sia alla polizia sia alla commissione per gli Standard per spiegare come quegli incontri fossero a suo dire del tutto legittimi: o perché svolti «all'aperto» o perché classificati come riunioni di lavoro.

Intanto, un amico non esclude addirittura che egli possa avviare ora un'azione legale contro la struttura dell'esecutivo guidata dal successore, già suo ministro delle finanze.

Mentre le opposizioni e un'associazione di parenti delle vittime della pandemia invocano a questo punto che Boris Johnson si dimetta anche da deputato e «lasci la vita pubblica».

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COMMENTI
 

curiuus 11 mesi fa su tio
Grande BoJo, forse è meglio che ti fai qualche birra...

leobm 11 mesi fa su tio
E voleva fare il Wiston del XXI secolo senza arrivargli alle suola delle scarpe.
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