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SERBIADopo la strage nella scuola, si moltiplicano gli episodi di emulazione

07.05.23 - 11:23
Quanto avvenuto alcuni giorni fa ha sconvolto la popolazione. A tal punto che numerose persone minacciano di compiere azioni simili
keystone-sda.ch / STR (Armin Durgut)
Fonte Ats ans
Dopo la strage nella scuola, si moltiplicano gli episodi di emulazione
Quanto avvenuto alcuni giorni fa ha sconvolto la popolazione. A tal punto che numerose persone minacciano di compiere azioni simili

BELGRADO - Dopo le due stragi dei giorni scorsi, con un bilancio complessivo di 17 morti e 21 feriti, in Serbia, ma anche in altri Paesi della regione, si moltiplicano gli episodi di emulazione, mentre le forze di polizia hanno notevolmente accentuato la loro attività diretta a confiscare armi e munizioni detenute illegalmente.

A Belgrado nelle ultime ore è stato arrestato un uomo di 41 anni che, in un messaggio postato sui social, aveva minacciato di prendere un fucile e di uccidere tutti gli abitanti di Ruma, cittadina non lontana dalla capitale.

In Bosnia-Erzegovina è finito in manette un abitante di Banovici (centro) che, sotto gli effetti dell'alcol, ha minacciato di compiere «un massacro come quello di Belgrado», informando la polizia di tali sue intenzioni.

A Skopje, capitale della Macedonia del Nord, si sono registrati due episodi in altrettante scuole cittadine. Nel primo è stato fermato uno studente 16enne che aveva postato un messaggio sui social con minacce di morte nei confronti di un professore. Nel secondo, un giovane allievo minorenne è stato convocato dalla polizia dopo che in classe, durante l'ora di lezione, ha estratto dallo zaino una pistola giocattolo puntandola verso i suoi compagni e l'insegnante.

Il 3 maggio un ragazzo di 13 anni, sparando in una scuola primaria di Belgrado con la pistola del padre, ha ucciso otto allievi suoi coetanei e un custode, ferendo altri sei alunni e una insegnante. Meno di 48 ore più tardi un 21enne, sparando da un'auto guidata da un complice, ha ucciso otto persone ferendone altre 14 in tre villaggi non lontani da Mladenovac, località a una sessantina di km a sud di Belgrado.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha annunciato misure draconiane dirette a intensificare i controlli e ridurre sensibilmente la gran quantità di armi ancora in circolazione in Serbia, eredità - come negli altri Paesi della regione - dei conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia.

Oggi in Serbia nel terzo e ultimo giorno di lutto nazionale sono in programma i funerali di diverse vittime delle due stragi che hanno sconvolto il Paese. In segno di solidarietà, anche il Montenegro ha proclamato per oggi il lutto nazionale.

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