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THAILANDIABangkok, esplosi o ritrovati almeno 6 ordigni

02.08.19 - 12:13
Nella capitale thailandese è in corso un summit tra ministri degli stati dell'Asia Pacifico
keystone-sda.ch/STF (RUNGROJ YONGRIT)
Quattro persone sono rimaste lievemente ferite.
Quattro persone sono rimaste lievemente ferite.
Bangkok, esplosi o ritrovati almeno 6 ordigni
Nella capitale thailandese è in corso un summit tra ministri degli stati dell'Asia Pacifico

BANGKOK - Sono almeno sei gli ordigni minori esplosi o ritrovati dalla polizia stamattina a Bangkok, mentre nella capitale thailandese è ancora in corso un summit tra ministri degli stati dell'Asia Pacifico con la partecipazione del segretario di stato americano Mike Pompeo. Lo hanno riferito le autorità thailandesi, aggiungendo che quattro persone sono rimaste lievemente ferite.

In un comunicato rilasciato dal governo, si legge che «un gruppo di malintenzionati ha recentemente incitato alla violenza mentre il governo sta mandando avanti il Paese». La popolazione è stata esortata alla calma, e molte aziende hanno consigliato ai propri dipendenti di evitare i mezzi pubblici e le zone più affollate della capitale.

Negli ultimi quindici anni, più volte Bangkok è stata teatro di esplosioni minori senza che mai venisse arrestato un responsabile. Molti analisti tendono attribuire tali deflagrazioni a lotte di potere tra fazioni rivali.

Nel Paese, dal 2004 è anche presente una guerriglia secessionista musulmana nell'estremo sud, che ha causato 7mila morti ma non ha mai coinvolto la capitale. Una più potente esplosione al santuario Erawan, nel 2015, causò 20 morti e fu attribuita dal governo a una rete di trafficanti.

La giunta militare di Prayuth Chan-ocha è diventata da un mese un governo di coalizione, dopo che le elezioni di marzo hanno prodotto un panorama politico frammentato. Il sorprendente risultato di un nuovo partito di opposizione ha portato molti esponenti dell'establishment a demonizzare il dissenso, accusandolo di essere contrario alla monarchia.

Negli ultimi mesi si sono anche rincorse voci di un nuovo colpo di stato, anche a causa delle già evidenti divisioni nella coalizione di governo.

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