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ITALIAMille braccia alzate per Ramelli, la polizia carica due volte

30.04.19 - 09:05
Uno skinhead ha perso conoscenza steso a terra e ha avuto una crisi epilettica causata da un colpo ricevuto in testa, probabilmente da un manganello
Keystone
Mille braccia alzate per Ramelli, la polizia carica due volte
Uno skinhead ha perso conoscenza steso a terra e ha avuto una crisi epilettica causata da un colpo ricevuto in testa, probabilmente da un manganello

MILANO - Sono state due, consecutive, le cariche di alleggerimento che la polizia ha dovuto fare per far rispettare il divieto di sfilare in corteo deciso dal prefetto nel corso della commemorazione a Milano di Sergio Ramelli, lo studente militante di destra ucciso nel 1975 da esponenti di sinistra.

È stata una serata di tensione quella vissuta in Piazzale Susa, dove circa un migliaio di militanti di estrema destra hanno risposto all'appello di Casa Pound, Lealtà e Azione, Forza Nuova e altre sigle neofasciste per ricordare il giovane morto.

Dal presidio si è infatti staccato un gruppo numeroso che ha imboccato viale Romagna e gli agenti sono dovuti intervenire per bloccarli. Due gli agenti contusi e due i manifestanti feriti, entrambi non gravemente, ma per un ex militare appartenente a un gruppo skinhead si è temuto il peggio quando ha perso conoscenza steso a terra, con una crisi epilettica successiva a un colpo ricevuto in testa. Il secondo ferito è un architetto milanese, inciampato nei concitati momenti dei tafferugli, con un profondo taglio a un sopracciglio. Spetterà alla Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) ricostruire l'accaduto ma i manifestanti hanno denunciato che i feriti sono stati «manganellati durante le cariche».

A lungo il gruppo che si è staccato dal presidio in piazzale Susa è stato controllato da due cordoni delle forze di polizia che hanno poi concesso, dopo lunghe trattative condotte anche dai parlamentari di Fratelli d'Italia presenti alla manifestazione, che i militanti raggiungessero la lapide in via Paladini, che ricorda il luogo dove Ramelli venne aggredito.

Senza un corteo, ma sfilando a gruppi, i militanti di estrema destra hanno quindi srotolato un grande striscione con la scritta "Nel loro nome", dato che il 29 aprile si ricordano anche Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Poi, davanti alla lapide, la fine della commemorazione con il consueto "presente" e mille braccia alzate per il saluto romano.

Nessun contatto c'è stato con il corteo antifascista partito da piazzale Loreto che ha visto la presenza di circa mille persone e promosso da alcune sigle della sinistra, dai comitati antifascisti, dai centri sociali, come Cantiere e Lambretta, e dal comitato Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale. Ad aprire la manifestazione lo striscione: "Milano 29 aprile, nazisti no grazie".

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