Uno skinhead ha perso conoscenza steso a terra e ha avuto una crisi epilettica causata da un colpo ricevuto in testa, probabilmente da un manganello
MILANO - Sono state due, consecutive, le cariche di alleggerimento che la polizia ha dovuto fare per far rispettare il divieto di sfilare in corteo deciso dal prefetto nel corso della commemorazione a Milano di Sergio Ramelli, lo studente militante di destra ucciso nel 1975 da esponenti di sinistra.
È stata una serata di tensione quella vissuta in Piazzale Susa, dove circa un migliaio di militanti di estrema destra hanno risposto all'appello di Casa Pound, Lealtà e Azione, Forza Nuova e altre sigle neofasciste per ricordare il giovane morto.
Dal presidio si è infatti staccato un gruppo numeroso che ha imboccato viale Romagna e gli agenti sono dovuti intervenire per bloccarli. Due gli agenti contusi e due i manifestanti feriti, entrambi non gravemente, ma per un ex militare appartenente a un gruppo skinhead si è temuto il peggio quando ha perso conoscenza steso a terra, con una crisi epilettica successiva a un colpo ricevuto in testa. Il secondo ferito è un architetto milanese, inciampato nei concitati momenti dei tafferugli, con un profondo taglio a un sopracciglio. Spetterà alla Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) ricostruire l'accaduto ma i manifestanti hanno denunciato che i feriti sono stati «manganellati durante le cariche».
A lungo il gruppo che si è staccato dal presidio in piazzale Susa è stato controllato da due cordoni delle forze di polizia che hanno poi concesso, dopo lunghe trattative condotte anche dai parlamentari di Fratelli d'Italia presenti alla manifestazione, che i militanti raggiungessero la lapide in via Paladini, che ricorda il luogo dove Ramelli venne aggredito.
Senza un corteo, ma sfilando a gruppi, i militanti di estrema destra hanno quindi srotolato un grande striscione con la scritta "Nel loro nome", dato che il 29 aprile si ricordano anche Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Poi, davanti alla lapide, la fine della commemorazione con il consueto "presente" e mille braccia alzate per il saluto romano.
Nessun contatto c'è stato con il corteo antifascista partito da piazzale Loreto che ha visto la presenza di circa mille persone e promosso da alcune sigle della sinistra, dai comitati antifascisti, dai centri sociali, come Cantiere e Lambretta, e dal comitato Milano antifascista, antirazzista, meticcia e solidale. Ad aprire la manifestazione lo striscione: "Milano 29 aprile, nazisti no grazie".