Cerca e trova immobili
Il proprietario del terreno agricolo dove è stato scavato il pozzo e il suo costruttore rischiano quattro anni di carcere
TOTALAN - La tragedia del Julen, il bambino di due anni caduto in un pozzo vicino a Malaga, ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. A una settimana dalla scoperta del corpo del piccolo, suo padre ha parlato del dolore che stanno vivendo lui e la moglie, in un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo Diaro Sur.
«In questo momento stiamo passando da una casa all’altra di amici e parenti, stiamo cercando di tornare nella nostra il più tardi possibile. Dobbiamo distrarci, ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo il pozzo», ha spiegato José Rosselò. I più piccoli dettagli, come i giocattoli sparsi in giro, gli ricordano dolorosamente suo figlio. «Mi maledico. Maledico quel giorno. Non posso più andare in campagna, non posso più godermi un piatto di paella», ha continuato.
Nonostante il dolore, i genitori di Julen sono «incredibilmente grati» per gli instancabili sforzi di polizia, minatori, pompieri e residenti locali.
Quattro anni di carcere - Secondo le ultime informazioni fornite da El Mundo, il pozzo, profondo oltre 100 metri è stato costruito illegalmente dal proprietario del terreno agricolo e dal costruttore.
Il reato commesso dai due uomini potrebbe essere punibile con quattro anni di carcere. Il costruttore, Antonio Sanchez, si è difeso da queste accuse attraverso il quotidiano Efe, dicendo che aveva chiuso il pozzo: «Qualcun altro lo ha riaperto».
Accanto a suo fratello - Julen, caduto nel pozzo il 13 gennaio, è stato trovato 13 giorni dopo. Secondo la prima ricostruzione dei fatti, il bambino è caduto per 71 metri fino a quando il suo corpo ha colpito uno strato di terreno. L'autopsia ha rivelato che è morto per un trauma cranico il giorno dell'incidente.
Il 28 gennaio, Julen è stato sepolto a Malaga vicino a suo fratello, deceduto nel 2017 per una malformazione cardiaca, secondo fonti familiari.
