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RUSSIA«Attentato per fermare le proteste antigovernative»

03.04.17 - 22:30
L'ipotesi individua in una misteriosa «fonte estera» la regia di entrambi gli eventi. L'obiettivo sarebbe «destabilizzare il Paese» prima delle elezioni presidenziali di marzo del 2018
Keystone
«Attentato per fermare le proteste antigovernative»
L'ipotesi individua in una misteriosa «fonte estera» la regia di entrambi gli eventi. L'obiettivo sarebbe «destabilizzare il Paese» prima delle elezioni presidenziali di marzo del 2018

SAN PIETROBURGO - Un attentato per «destabilizzare il Paese» e placare le proteste antigovernative. È questa una delle ipotesi avanzate sull’evento che ha scosso la Russia e tutta l’Europa, una bomba esplosa nella metropolitana che ha causato almeno 10 vittime, 14 secondo le ultime informazioni. In tv si sono già udite alcune voci - come lo scrittore Alexander Prokhanov - che hanno legato l'attentato alle proteste, individuando in una misteriosa «fonte estera» la regia di entrambi gli eventi. L'obiettivo sarebbe quello di «destabilizzare il Paese» nell'anno che precede le elezioni presidenziali, previste per il marzo del 2018.

«Ridurre al silenzio i dissidenti» - Secondo Pavel Felgenghauer, esperto militare e di sicurezza, l'ipotesi più probabile è quella di un «attentato dell'Isis» benché per averne la certezza bisognerà attendere la rivendicazione. «Il timore - ha aggiunto in un colloquio con l'ANSA - è che ci si trovi di fronte a uno “sciame terroristico”». In quel caso le conseguenze politiche potrebbero essere «profonde». Il Paese, d'altra parte, è appena stato scosso da un'ondata di proteste, in cui molti russi, in maggioranza giovanissimi, si sono scagliati contro la corruzione. «Le autorità - ha concluso Felgenghauer - potrebbero voler sfruttare l'attentato per sopprimere ogni tentativo di manifestazione e ridurre al silenzio i dissidenti».

«Un aspetto fin troppo convincente» - La polizia sarebbe sulle tracce di due presunti attentatori: uno avrebbe piazzato l'ordigno a bordo del treno, l'altro si sarebbe occupato della bomba-estintore a Ploshchad Vosstaniya. Sui media è poi approdata l'immagine di uno dei due possibili responsabili, ripresa dalle telecamere di sicurezza: un uomo dalla carnagione olivastra, folta barba e copricapo nero. Insomma, l'identikit tipo dell'estremista islamico. «Un aspetto fin troppo convincente», ha commentato su Facebook Gleb Pavlovsky, ex spin-doctor del Cremlino e ora critico di Putin. Una teoria in qualche modo condivisa dagli inquirenti, secondo cui potrebbe trattarsi di un «travestimento» per depistare le indagini.

La reazione del Presidente - Putin, che ha parlato alle tv prima del suo incontro con Lukashenko, poco dopo l'attentato, ha espresso le «condoglianze» alle vittime e ha assicurato che le autorità stanno conducendo indagini a tutto campo. Il Comitato Investigativo russo nel pomeriggio ha confermato di aver lanciato un'indagine per «terrorismo» ma ha sottolineato che ogni altra ipotesi verrà analizzata. Le piste privilegiate, ad ogni modo, sono quella «estremista», dunque di matrice islamica, e quella «nazionalista».

Al termine dell'incontro con Lukashenko, Putin è comparso davanti alla telecamere e ha dato un resoconto dettagliato dei negoziati avuti con il suo omologo: Russia e Bielorussia, per quanto alleati di ferro, escono da una dura diatriba sui prezzi del gas ed era importante lanciare un messaggio distensivo. Ma il presidente, in un insolito silenzio, non ha speso una sola parola sull'attentato.

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