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ITALIAEstorsione a Elkann: condannato il paparazzo 'Bicio' Pensa

24.11.15 - 19:03
3 anni e 8 mesi di carcere per la vicenda del presunto video-ricatto ai danni dell'imprenditore rampollo della famiglia Agnelli
Estorsione a Elkann: condannato il paparazzo 'Bicio' Pensa
3 anni e 8 mesi di carcere per la vicenda del presunto video-ricatto ai danni dell'imprenditore rampollo della famiglia Agnelli

MILANO - Si era difeso in aula sostenendo di aver "cercato di portare avanti una transazione lecita", facendo anche risparmiare del denaro a Lapo Elkann. Il paparazzo Fabrizio 'Bicio' Pensa è stato però condannato dal Tribunale di Milano a 3 anni e 8 mesi di carcere per la vicenda del presunto video-ricatto ai danni dell'imprenditore rampollo della famiglia Agnelli, che non ha ottenuto il maxi-risarcimento chiesto nella scorsa udienza.

Già coinvolto nell'inchiesta Vallettopoli ed ex collaboratore di Fabrizio Corona, il fotografo imputato per tentata estorsione dovrà infatti versare una provvisionale di 15 mila euro a Lapo Elkann, parte civile, oltre a un risarcimento danni da liquidarsi in sede civile. Una somma nettamente inferiore alla provvisionale di centomila euro chiesta dal legale della vittima.

Il collegio della sesta sezione penale, presieduto dal giudice Raffaele Martorelli, ha condannato Pensa, inoltre, a una multa di quattromila euro e ha disposto la confisca del video compromettente, che probabilmente verrà distrutto. La sentenza ha accolto in parte le richieste del pubblico ministero (pm) di Milano Giancarla Serafini, che aveva proposto la condanna del paparazzo a 4 anni di carcere.

Nei mesi scorsi erano già stati condannati con rito abbreviato i fratelli Enrico e Giovanni Bellavista e il padre Renato a pene comprese tra 2 anni e 8 mesi e 4 anni di reclusione per le accuse di estorsione e tentata estorsione in concorso ai danni del rampollo della famiglia Agnelli.

Stando alle indagini del pm Serafini, infatti, nel giugno del 2014 Lapo Elkann era stato avvicinato per strada a Milano da Giovanni Bellavista che, vedendolo in stato confusionale, lo avrebbe convinto a seguirlo a casa sua. Nell'appartamento, poi, i due fratelli avrebbero realizzato un video con un cellulare nel quale Lapo appariva seminudo e vicino a delle 'piste' di cocaina stese su un tavolo. Nei giorni successivi, i due fratelli avrebbero contattato l'imprenditore chiedendo un regalo e ricevendo in cambio un pallone autografato.

A quel punto avrebbero iniziato a ricattarlo, minacciando di vendere il video a settimanali o anche di divulgarlo sul web. Incassata una prima tranche di 30 mila euro, i due, con la complicità del paparazzo 'Bicio' Pensa, avrebbero alzato la posta fino a 300 mila euro. Infine, Lapo ha denunciato il tentativo di estorsione e sono scattati gli arresti.

Il difensore di Pensa, l'avvocato Alberto Ramin, che aveva chiesto l'assoluzione, presenterà ricorso in appello impugnando la sentenza del Tribunale di Milano. Il fotografo, intanto, nelle scorse settimane è tornato in libertà, in quanto è stata revocata la misura degli arresti domiciliari. Nella vicenda giudiziaria si è inserito anche un tragico episodio, che ha sconvolto la famiglia dell'imputato. Dopo aver saputo della richiesta di un maxi-risarcimento di centomila euro avanzata lo scorso 5 novembre dai legali di Lapo Elkann, infatti, il padre del paparazzo era stato colpito da un attacco cardiaco, morendo dopo pochi minuti nella sua casa.

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