GUERRA IN UCRAINADue anni di guerra e il peso del voto (altrui)

KIEV - Domani, sabato 24 febbraio, ricorre il secondo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina. Quella “operazione militare speciale” che il Cremlino immaginava fulminea si è tramutata in una guerra quasi di posizione, con scontri e bombardamenti continui che mietono vittime e distruzione, ma rendono difficile capire chi stia vincendo.

A due anni di distanza sono molti i quesiti che restano sospesi. Il sostegno incondizionato della Casa Bianca reggerà alle esigenze della campagna elettorale per le presidenziali? E cosa succederà a novembre, in caso di una vittoria repubblicana? Anche il resto dell'Occidente si pone la questione: quanto tempo si potrà andare avanti a sostenere finanziariamente Kiev, in un modo sostenibile per i conti pubblici e senza fornire il fianco alle rivendicazioni dell'estrema destra? Le elezioni nell'Ue si avvicinano e i circa 100 miliardi già spesi per l'Ucraina (ai quali si sommano i 54 previsti fino al 2027) potrebbero rivelarsi un grosso problema.

Nessuno ha voltato sfacciatamente le spalle all'Ucraina, ma sia tra i governi che nell'opinione pubblica è chiaramente percepibile un certo raffreddamento dell'entusiasmo nel sostegno a Zelensky e al suo paese. L'unica elezione che non pone dubbi è quella russa: è la guerra di Putin e, salvo clamorose sorprese, a condurla anche nei prossimi mesi farà sempre lui.