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ISRAELE/HAMASMorti due dei tre ostaggi del video diffuso da Hamas

15.01.24 - 19:24
Nel filmato, che in Israele non è stato pubblicato, si vedono i due ostaggi privi di vita.
keystone-sda.ch / STF (Leo Correa)
Fonte Ats
Morti due dei tre ostaggi del video diffuso da Hamas
Nel filmato, che in Israele non è stato pubblicato, si vedono i due ostaggi privi di vita.

TEL AVIV - Sono morti Yossi Sharabi e Itay Svirsky, due dei tre ostaggi del video diffuso da Hamas ieri sera. Lo fa intendere in un nuovo filmato pubblicato in serata Noa Argamani, la ragazza rapita che compariva nello stesso video messo su Telegram dal gruppo terroristico.

Nel filmato di oggi 15 gennaio - che in Israele non è stato pubblicato - si vedono le immagini dei due ostaggi uomini privi di vita. Secondo il racconto di Argamani, che non è stato possibile verificare, i due «sono stati uccisi in due bombardamenti israeliani separati».

Nel video diffuso in serata da Hamas, Noa Argamani, 26enne rapita al rave party nel deserto del Negev il 7 ottobre, dice come sarebbero morti gli altri due ostaggi che erano con lei, Itay Svirski, 38 anni, e Yossi Sharabi, 53 anni, «in un primo momento tenuti in un edificio. Quando l'edificio è stato bombardato dall'esercito israeliano - afferma Noa con voce incolore davanti alla camera - due razzi sono esplosi e uno no. I soldati di Al Qassam hanno recuperato me e Itay e ci hanno portato in un altro posto. Yossi non è sopravvissuto. Nell'altro posto c'è stato un ulteriore attacco aereo israeliano, Itay è stato colpito, io sono rimasta ferita alla testa e in altre parti del corpo (ma nelle immagini non si vedono ferite). Loro due sono morti per gli attacchi dell'esercito: fermate questa follia e riportateci a casa», conclude Noa.

Poi le immagini mostrano, ripresi da molto vicino, i cadaveri di Yossi, parzialmente chiuso in un sudario bianco, il viso in parte insanguinato, sul braccio una ferita, e quello di Itay, anche lui avvolto in un lenzuolo bianco, con le mani legate sul ventre.

All'inizio del filmato, Itay è vivo, chiede a Netanyahu "di fermare la guerra", di "riportarli a casa". Noa dice che "le milizie Al Qassam li trattano bene, ma le risorse sono poche e mancano cibo e acqua".

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