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MONDO«L'obesità manda il cervello in tilt»

12.06.23 - 17:00
Un nuovo studio condotto all'Università di Amsterdam fa chiarezza su un problema sempre più diffuso.
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Fonte ATS ANS
«L'obesità manda il cervello in tilt»
Un nuovo studio condotto all'Università di Amsterdam fa chiarezza su un problema sempre più diffuso.

AMSTERDAM - L'obesità manda il cervello in tilt rendendolo più incline a scelte alimentari sbagliate: infatti uno studio pubblicato sulla rivista Nature Metabolism mostra che le risposte cerebrali a specifici nutrienti sono ridotte nelle persone obese e non migliorano nemmeno se si riesce a perdere peso.

Condotto all'Università di Amsterdam, lo studio ha coinvolto 60 partecipanti: i risultati suggeriscono che nei soggetti obesi possono verificarsi adattamenti cerebrali di lunga durata, che potrebbero influenzare il comportamento alimentare.

L'assunzione di cibo dipende dall'integrazione di complessi segnali metabolici e neuronali tra il cervello e diversi distretti corporei, tra cui l'intestino e il sangue. Questa rete innesca le sensazioni di fame e sazietà, regola l'assunzione di cibo e la motivazione a mangiare.

In questo studio i ricercatori olandesi hanno introdotto nutrienti specifici direttamente nello stomaco di 30 partecipanti con un peso corporeo sano e di 30 individui con obesità, misurando contemporaneamente la loro attività cerebrale attraverso la risonanza magnetica e il rilascio di dopamina mediante scansioni.

«Abbiamo scoperto che, rispetto alle persone con un peso corporeo sano, quelle obese rilasciano meno dopamina in un'area del cervello importante per indurre le sensazioni di gratificazione legate all'assunzione di cibo», afferma Mireille Serlie, autrice principale.

L' obesità si associa anche a ridotta attività cerebrale al momento dell'introduzione dei nutrienti nello stomaco. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che negli obesi è ridotta la capacità di avvertire i nutrienti nello stomaco e nell'intestino e di ricevere appagamento dal cibo e ciò potrebbe avere profonde conseguenze sui comportamenti alimentari.

Inoltre, è emerso che perdere il 10% del peso corporeo (in seguito a una dieta di 12 settimane) non è sufficiente a ripristinare queste risposte cerebrali nei soggetti obesi, suggerendo che nel contesto dell'obesità si verificano adattamenti cerebrali di lunga durata che permangono anche dopo il raggiungimento della perdita di peso. «Il fatto che queste risposte cerebrali non vengano ripristinate dopo la perdita di peso può spiegare perché la maggior parte delle persone riprende peso dopo in primo dimagrimento», conclude Serlie.

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COMMENTI
 

Luigi Bianchi 10 mesi fa su tio
Come si può pubblicare uno studio alimentare dove 60 persone vi ci hanno partecipato? Scusate… ma veramente è giornalismo di 2 categoria questa. Pubblico uno studio condotto sui miei zii e cugini che arrivò a 70 e cambio il risultato di questo studio… ahahah

Meiroslnaschebiancarlengua 10 mesi fa su tio
Risposta a Luigi Bianchi
Caro Luigi, l'analisi statistica è stata fatta in questo modo. I cambiamenti indotti dai nutrienti post-ingestione all'interno del gruppo rispetto al basale sono stati valutati mediante test t accoppiati o a campione singolo. Le differenze tra i gruppi sono state valutate mediante test t, test U di Mann-Whitney o test Chi-quadrato o mediante ANOVA misto a due vie. Gli effetti dell'intervento dietetico sono stati valutati mediante test t accoppiati o test di rango con segno di Wilcoxon o mediante ANOVA a due vie per misure ripetute. Si può discutere sulla dimensione dei gruppi, ma penso che concordi che i calcoli statistici (dal test di t a quello di Chi-quadrato) ne tengono conto (le tabelle analitiche sono basate sui gradi di libertà che sono intimamente correlati all'effettivo del campione).

matterhorn 10 mesi fa su tio
.. ecco perché qua tanti ragionano strano ..🤪🤓

Emib5 10 mesi fa su tio
Risposta a matterhorn
Cima, di quanto sovrappeso si tratta nel tuo caso?

matterhorn 10 mesi fa su tio
Risposta a Emib5
1,82 x 70 kg.. vedi tu..
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