Così il direttore generale dell'OMS appoggia una proposta di India e Sudafrica. Ma le aziende non ci stanno
GINEVRA - Prima la salute mondiale, poi i proventi. È questa la filosofia alla base della lettera aperta indirizzata a tutte le farmaceutiche e firmata dal direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
«Il mondo deve mettersi sul piede di guerra, siamo di fronte a una sfida eccezionale nella nostra storia e dobbiamo essere all'altezza», scrive Ghebreyesus, «nelle situazioni d'emergenza come questa, la flessibilità per quanto riguarda i regolamenti commerciali, può essere una chiave».
L'idea è che le farmaceutiche rinuncino ai diritti dei loro farmaci, permettendo a tutti i paesi - anche quelli più poveri - di produrli a buon mercato sfruttando la loro formula.
La mozione, che verrà discussa al prossimo meeting dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), è stata promossa da India e Sudafrica e ha incassato il supporto di più di 100 altri Paesi.
Alle case produttrici verrà comunque, prima o poi, fornito un compenso: «Una volta cessata l'emergenza, come durante una guerra vera e propria, alle aziende verranno corrisposti i diritti d'autore meritati».
La proposta non piace però alle aziende che secondo le quali sarebbe «un disincentivo all'innovazione», come già sostenuto dalla International Federation of Pharmaceutical Manufacturers & Associations (IFPMA), che ha sede in Ginevra.