La popolazione ha lanciato una campagna per chiedere al presidente Bolsonaro di cacciare i cercatori d'oro illegali
BRASILIA - La popolazione yanomami sta vivendo settimane di paura. La minaccia della pandemia di Covid-19, che negli ultimi giorni di maggio sembra avere toccato il picco dei contagi in Brasile, potrebbe avere un duro impatto sul piccolo gruppo etnico, che vive tra l'Orinoco e il Rio delle Amazzoni.
Ed è questa preoccupazione ad aver spinto gli yanomami a lanciare una campagna a livello mondiale, con l'obiettivo di convincere il presidente Bolsonaro a espellere i cercatori d'oro - quasi 20mila - che operano nel loro territorio.
Uno studio pubblicato dall'Istituto Socioambientale del Brasile rivela che il contagio potrebbe colpire migliaia di persone che vivono nelle vicinanze delle miniere d'oro illegali. Tre yanomami sono già morti di Covid-19 e altre decine sono risultate positive al virus.
«Abbiamo bisogno del mondo intero» - E, nello scenario peggiore, l'epidemia potrebbe cancellare l'intero popolo. L'intera popolazione yanomami conta circa 35mila persone, suddivise fra Venezuela e Brasile e secondo la ricerca, il loro territorio indigeno è quello più vulnerabile al virus di tutta l'Amazzonia brasiliana. In passato - ricorda Survival International - l'arrivo negli anni '80 dei cercatori d'oro portò con sé diverse epidemie di malaria, che uccisero un quinto della popolazione yanomami.
La petizione lanciata oggi dagli indigeni intende raccogliere 100mila firme per portare la gravità della situazione davanti agli occhi del governo brasiliano. «I nostri sciamani stanno lavorando senza sosta per fermare la "xawara" (epidemia). Combatteremo e resisteremo. Ma per farlo abbiamo bisogno del sostegno del popolo brasiliano e del mondo intero», ha spiegato Dario Yanomami, dell’associazione Hutukara.