Il Washington Post punta il dito. Nel mirino la comunicazione confusa del presidente sul blocco dei voli dall'Ue
WASHINGTON - La decisione di Donald Trump in marzo di bloccare i voli dall'Europa ha creato caos e contribuito a diffondere il coronavirus negli Stati Uniti. A riportarlo è il Washington Post, che accusa la comunicazione contraddittoria del presidente americano.
Per il quotidiano, le parole non chiare di Trump dallo Studio Ovale hanno innescato la corsa degli americani nel Vecchio Continente a rientrare causando panico negli aeroporti. E così quella che doveva essere la misura per contenere l'epidemia ha avuto l'effetto opposto: assembramenti e il rientro negli Stati Uniti dalla zona epicentro del coronavirus. Un rientro senza eccessivi controlli negli aeroporti americano che ha favorito la diffusione del virus.
Una serie di "sfortunati eventi" - Dopo la decisione di chiudere i confini con l'Europa si sono susseguiti diversi "eventi sfortunati" che hanno inquinato il messaggio del presidente. Lo staff più concentrato sul messaggio politico da inviare con l'annuncio dallo Studio Ovale ha sottovalutato i dettagli del discorso, lasciando scivolare Trump in una serie di errori che successivamente la Casa Bianca è stata costretta a correggere.
Ma il danno davanti alla telecamere era ormai stato fatto: il messaggio confuso lanciato dal presidente è stato interpretato come uno stop totale senza alcuna eccezione. Invece le eccezioni, nel provvedimento, c'erano per tutti gli americani. Da qui la corsa di chi era in Europa a rientrare, le code agli aeroporti, gli assembramenti. La 'volata' finale del coronavirus alla conquista degli Stati Uniti ha subito così un'accelerazione che ha costretto nelle settimane successive alla chiusura del Paese.