La principale norma dettata dagli esperti per evitare le infezioni non è così facile da rispettare
Un ricercatore: «L'inclinazione a toccarsi il volto è un'abitudine estremamente umana»
NEW YORK - La principale norma dettata dagli esperti per evitare le infezioni come quella da coronavirus è non toccarsi il volto, ma è anche la più difficile da seguire perché è un'esigenza profondamente radicata nel subconscio. Lo sottolinea Kevin Chapman, psicologo e direttore del Kentucky Centre for Anxiety and Related Disorders, secondo cui anche l'invito stesso a non fare questo gesto produce l'effetto opposto.
«L'inclinazione a toccarsi il volto è un'abitudine estremamente umana - spiega Chapman sul sito Business Insider - perché questo gesto segnala che si ha coscienza di sé a chi ci sta intorno. Le persone sono portate naturalmente a esaminare i volti degli altri e sono sensibili a diversi dettagli della faccia, quindi l'impulso potrebbe essere legato in parte alla naturale tendenza ad preoccuparsi del proprio volto e delle espressioni facciali, e di come vengono percepite dagli altri».
Uno studio del 2014 su Brain Research, continua l'esperto, suggerisce che il gesto di toccarsi il volto aiuta a regolare lo stress e la formazione della memoria. Lo stesso divieto potrebbe essere controproducente, afferma l'esperto, perché i pensieri soppressivi di solito non aiutano le persone a diminuire i comportamenti abituali. «Suggerirei un approccio più flessibile. Piuttosto che dirsi "non mi toccherò la faccia in pubblico oggi" meglio pensare "devo stare più attento a non toccarmi la faccia oggi". Si può anche cercare di tenere occupate le mani, ad esempio con una pallina antistress, o programmare delle sveglie sul telefonino che ricordino di non compiere il gesto».